È tornata a casa è non ha più trovato nulla: i mobili in stile a cui teneva tanto, i quadri, tutto tranne il gatto. E così ha sporto denuncia. La storia della palermitana Paola Letizia non avrebbe niente di strano, se non fosse che la casa era su Facebook.
Già, perché sembra proprio che la Procura di Palermo accetti la denuncia preparata dagli avvocati della signora, secondo la quale il furto ha causato una vera sofferenza ed è equiparabile a quello di una vera proprietà fisica.
Ma veniamo ai fatti. La signora, 44 anni, dipendente del Pubblico registro automobilistico, aveva lavorato per due anni a questa casa, utilizzando una applicazione popolarissima: Pet Society. Con i suoi risparmi (virtuali anche quelli) aveva acquistato di tutto, dalla vasca a idromassaggio al biliardo, e poi tappeti, acquario. Una casetta di sette stanze più giardino, mica male.
Qualche tempo fa è tornata a farvi visita e ha scoperto che un hacker si era impadronito della sua password e le aveva ripulito la casa, svaligiandola virtualmente di tutte quelle cose accumulate con tanto tempo e dedizione.
Quando ho visto che tutto quello che avevo nelle mie stanze era stato portato via, ci sono rimasta malissimo. Perché per più di un mese non sono riuscita a usare la mail, né Facebook e nemmeno ho potuto giocare con Pet Society. E poi perché mi sono sentita come se qualcuno avesse violato la mia vita privata, le mie abitudini, le ore trascorse in una realtà virtuale che sentivo profondamente mia.
Da qui la denuncia e l’indagine degli inquirenti promossa dal Gip Fernando Sestito, che vista l’insistenza degli avvocati della signora non ha accolto la richiesta di archiviazione del Pubblico Ministero.
Quindi, si procede per “introduzione abusiva e aggravata nella corrispondenza elettronica e nelle attività collegate”. Reato punito con l’articolo 615 che prevede da uno a cinque anni di detenzione. La polizia postale, nel frattempo, è sulle tracce del topo di appartamento virtuale (sarà per questo che ha lasciato il gatto?).
La notizia sta facendo il giro della blogosfera ed è certamente divertente, ma è meglio non sottovalutare la potenzialità di questo tipo di furti: nel prossimo futuro potrebbe essere normalissimo subire e denunciare queste azioni, e il concetto di “sicurezza” avrà un significato più ampio di quello odierno. E riguarderà anche i nostri profili sul Web.
Pare insomma che ultimamente sul social network di Mark Zuckerberg, per un motivo o per l’altro, non si stia mai tranquilli. È di pochi giorni fa il caso delle applicazioni?gruviera, che pare abbia convinto Palo Alto a immaginare uno strumento di cifratura. Sarebbe bastato alla signora per mantenere al sicuro la sua casa?