La Atlantic records nell’ultimo quarto ha tratto il 51% dei suoi guadagni dalla vendita di musica digitale. Più della metà delle sue entrate si misurano grazie alla rete e non più nel mondo reale (con i CD), una tappa storica anche se ancora molto poco influente nel mondo più ampio del mercato musicale.
La Atlantic infatti è parte della Warner e nei guadagni del gruppo musicale Warner le vendite digitali sono ammontate al 27% del totale, segno che la tendenza non è totale e che le scelte, il catalogo e le strategie della Atlantic hanno fatto la differenza in un mercato che lentamente sta vedendo crescere le vendite immateriali e rapidamente declinare quelle fisiche. Ad ogni modo la Warner anche grazie al comparto digitale è riuscita a chiudere con un +28% di profitti rispetto ad un anno fa.
Qual è allora il segreto della Atlantic? «Credo di saperlo» ha detto Julie Greenwald, presidente della compagnia «Una volta bisognava raggiungere almeno 5 grandi obiettivi per poter vendere un milione di copie, oggi occorre metterne insieme 20 per raggiungere lo stesso numero».
In sostanza il segreto sarebbe quello che molti opinionisti vanno dicendo da tanto tempo: differenziare, non cercare di applicare il modello di vendita dei CD alla musica immateriale ma guardare alle tantissime nuove forme di fruizione e vendita che esistono (dallo streaming alle suonerie) rimanendo aperti a qualsiasi sperimentazione.