Gli utenti in mobilità hanno esattamente idea di cosa significhi “Wifi pubblico“? Il servizio è ormai disponibile ovunque, con grandi vantaggi per turisti e viaggiatori che hanno bisogno di banda per accedere ai propri servizi, ma secondo una indagine Norton by Symantec la realtà è che non si ha reale cognizione dei rischi che si corrono.
Troppo facilmente, insomma, l’utente crede di agire in piena tranquillità, come fosse immune da attacchi, furto di informazioni, truffe e quant’altro. Il Wifi pubblico, invece, è un servizio del quale avere particolare cautela, poiché potrebbe celare possibili “man in the middle” in grado di catturare dati, password, abitudini di navigazione e altre informazioni similari. 150 mila intervistati, 15 le nazioni coinvolte e un quadro generale che deve fare riflettere: il Norton Wi-Fi Risk Report è un bollettino di guerra che delinea una situazione di pericolo immediato, del quale troppo spesso l’utenza non ha il minimo sentore.
Norton Wi-Fi Risk Report
Spiega Ida Setti, Territory Leader, South Med Region di Norton: «C’è una differenza abissale tra ciò che la gente pensa sia al sicuro o possa rimanere privato quando si utilizza una rete Wi-Fi pubblica e la realtà dei fatti. Ciò che si pensa essere al sicuro sui dispositivi personali potrebbe invece essere facilmente accessibile agli hacker da reti Wi-Fi non protette o anche tramite app che presentino delle vulnerabilità». E all’interno di questa distanza viene ad evidenziarsi una zona franca nella quale il malaffare ha buon gioco ad agire.
Norton Wifi Risk Report
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Il report è prezioso poiché fotografa una situazione nota, ma non sempre metabolizzata: spesso ci si collega al Wifi all’insaputa del titolare di un locale, oppure trovando la password, ma tenendo comunque comportamenti che non fanno nulla per cercare garanzie di sicurezza. E anche quando tali garanzie si ritengono assodate, in realtà si è allo sbaraglio su reti che poco fanno per tutelare la navigazione dell’utente. Eppure il collegamento a una rete Wifi è ormai considerato un dogma irrinunciabile: al bar, in aeroporto, in spiaggia, il Wifi è lo strumento che consolida il proprio contatto con la propria dimensione online, rendendola stabile e continua, andando oltre le incertezze della connessione mobile e del traffico a consumo.
Il 51% degli italiani intervistati afferma che il motivo principale per collegarsi a una Wi-Fi è quello di utilizzare le mappe/il GPS dello smartphone o comunque un’app per orientarsi; inoltre, nel caso degli appartenenti alla Generazione Z (18-20 anni) in particolare, più di due su cinque vogliono poter condividere aggiornamenti e foto sui social media.
La maggior parte dei collegamenti avviene in albergo o in una casa vacanze (35%), in bar e ristoranti (33%), al lavoro (28%) o in aeroporto (26%). Ma a prescindere da quale sia il luogo, e a dispetto del forte legame che unisce l’utenza e le reti Wifi pubbliche, la certezza è di una scarsissima conoscenza degli elementi base della sicurezza. L’89% degli intervistati, infatti, «mette potenzialmente a rischio le proprie informazioni personali quando utilizza una rete Wi-Fi pubblica – ad esempio controllando il proprio conto corrente o accedendo all’account di posta elettronica personale».
E sebbene la consapevolezza del pericolo sia diffusa, si tratta di un approccio leggero e morbido che non fa scattare le necessarie precauzioni. Norton in tal senso suggerisce chiaramente le proprie soluzioni di sicurezza, ma al tempo stesso consiglia anche la navigazione su siti https, una maggior cautela nella condivisione e l’uso di VPN per ridurre gli sbocchi ai propri dati.
Nonostante una diffusa consapevolezza dei rischi che l’uso di reti Wi-Fi pubbliche comporta, gli utenti non accennano a cambiare il proprio comportamento. Di fatto, la quasi totalità degli intervistati (l’87% a livello globale, l’89% in Italia) mette potenzialmente a rischio dati e informazioni personali.