Il quinto compleanno di iTunes Store (ormai non più solo Music) arriva in un momento particolare, quando il negozio di Apple è ad un giro di boa importante, la prima volta in cui la concorrenza sembra metterlo in difficoltà.
Certo una difficoltà relativa, nel senso che i numeri sono ancora dalla sua parte e di gran lunga, cosa che lascia immaginare come i favori possano essere dalla sua parte ancora a lungo. iTunes Store distribuisce un catalogo di 10 milioni di tracce a 50 milioni di utenti in 22 paesi, è diventato il più grande rivenditore musicale in tutti gli Stati Uniti (anche contando le catene di negozi fisici) ed è il secondo in tutto il mondo.
In 5 anni la Apple ha venduto 4 miliardi di tracce costituendo da sola il 70% della musica digitale venduta in tutto il mondo e punta nei prossimi 5 anni ad arrivare ad avere una fetta del 28% della musica venduta. Obiettivo non semplice per raggiungere il quale saranno indispensabili alcune modifiche.
Dal punto di vista musicale infatti l’iTunes Store ha dei meriti indubbi ma anche dei pesi che lo rallentano. Ha inventato un modello di business (store + lettore mp3) che si è rivelato vincente e ha generato un ripensamento generale della politica del costo della musica, spostando l’asse dal costo del prodotto (che è diventato zero per l’esistenza del P2P) a quello del servizio. Jobs è stato il primo a non combattere la pirateria a partire dal presupposto che esiste ed esisterà per sempre.
Ora però i nuovi music (e anche video) store superano (solo nella qualità del servizio) iTunes e di gran lunga. Arrivando per secondi o terzi negozi come quello di Amazon offrono musica libera senza alcun vincolo di DRM, cosa che Apple fa solo per alcune tracce e comunque con un aumento del prezzo. L’era dei DRM è tramontata ma iTunes proprio per il fatto che è arrivato per primo fa fatica a liberarsene e subisce dunque attacchi che potrebbe evitare.
La novità del video, i film e le serie tv vendute online poi non riesce ad uscire dagli Stati Uniti e anche in patria non va a gonfie vele. Il modello vincente per la musica non riesce ad essere replicato, nonostante si sia cambiato il device (dall’iPod alla Apple TV), per il video. I film in rete sono il futuro per tutti e la pirateria lo dimostra, ma la vendita legale non riesce a stare ancora al passo e per come è la situazione ora la soluzione potrebbe anche arrivare da un concorrente se la Apple non la trova prima.
Il dominio di iTunes sembra dunque incontrastato ma forse non è così: la continua innovazione di un settore che è nella sua fase infantile sembra oggi insostenibile per una macchina diventata grande e pesante. Apple ottenne facilmente i primi accordi con le major proprio perchè lo store era inizialmente disponibile solo per utenti Mac e le etichette pensavano che non avrebbe potuto fare danni. Ora è un colosso e ogni sua mossa viene ponderata, pensata e soppesata, e ogni alleanza e ogni contratto ha molti più vincoli di quelli degli agili concorrenti.