La piramidalizzazione è una patologia che colpisce alcune tartarughe, modificando il normale sviluppo del carapace a causa di una cattiva nutrizione (spesso dovuta all’eccessiva assunzione di proteine). Il guscio dell’animale assume in questi casi un profilo innaturale arrivando a provocare disturbi, talvolta gravi, che possono riguardare anche gli organi interni. L’esemplare immortalato nelle fotografie di questo articolo ha trovato un aiuto nella lotta alla malattia grazie alle stampanti 3D.
Roger Henry, uno studente della Colorado Technical University, ha infatti realizzato una speciale protesi tridimensionale spendendo ben 600 ore alle prese con il software di rendering, per assicurarsi che la parte stampata si adattasse alla perfezione al dorso della tartaruga. Per la realizzazione non sono stati impiegati i tradizionali filamenti di ABS o PLA, ma una particolare tipologia di plastica ottenuta dalla lavorazione del mais, completamente biodegradabile. Il guscio arriverà dunque a smaltirsi in modo del tutto automatico nel tempo, mentre il team del Canyon Critters Reptile Rescue si occuperà di debellare la patologia tenendo sotto controllo l’alimentazione.
La corretta forma del carapace è particolarmente importante per questi animali, poiché consente loro di girarsi nel caso di un accidentale rovesciamento e perché durante la socializzazione sono soliti salire l’uno sopra l’altro. Un approccio di questo tipo potrà in un futuro non troppo lontano tornare utile anche per gli esseri umani, affidandosi alle stampanti 3D per realizzare protesi su misura, perfettamente compatibili con la porzione di arto (o qualsiasi altra parte del corpo) da rimpiazzare. Di alcuni potenziali impieghi si è già parlato anche su queste pagine, come nel caso dell’avambraccio realizzato in Giappone, del sostegno per una trachea danneggiata o di interi organi grazie al progetto Smart Glue.