Apple e trattamento fiscale privilegiato in Irlanda: parlano i cittadini. A seguito della decisione della Commissione Europea di comminare al gruppo di Cupertino una multa di ben 13 miliardi di euro, per via dell’imposizione fiscale agevolata di cui avrebbe goduto nel Paese, le testate locali si interrogano sulla portata di questa decisione. E, stando a quanto riportato dall’Irish Times, la maggior parte della popolazione sarebbe pronta a supportare pubblicamente sia la Mela che le istituzioni locali.
I dati emergono da una recente survey, volta a conoscere l’opinione del pubblico irlandese in merito al caso che ha coinvolto Apple e il governo Irlandese. Secondo il 47% degli intervistati, sulla base di un campione rappresentativo della popolazione, il governo locale non avrebbe sbagliato nel concedere delle tassazioni ridotte al gruppo di Cupertino, poiché questa strategia avrebbe incentivato sia gli investimenti che l’occupazione. Il 39% ritiene, invece, si sia trattato di un comportamento sbagliato, mentre il 14% dichiara di non essere in grado di esprimere un’opinione in merito.
In particolare, dall’indagine condotta sull’opinione pubblica emergerebbe un certo malessere nei confronti delle decisioni prese a livello europeo: secondo i cittadini irlandesi, infatti, dovrebbero essere i singoli governi nazionali ad aver completo potere sulle modalità di tassazione, senza che queste vengano uniformate o contestate dal resto del Vecchio Continente. Tuttavia, va specificato come i proventi di Apple in Irlanda non abbiano coinvolto solo prodotti e servizi venduti all’interno dei confini della nazione, bensì in tutti gli Stati Membri.
Sebbene la Commissione Europea sostenga che Apple abbia corrisposto all’incirca lo 0.005% dei propri profitti europei del 2014 in tasse, sia il gruppo di Cupertino che il governo irlandese rifiutano questa ipotesi, sottolineando come la percentuale addotta sia molto lontana dal reale. In ogni caso, è probabile che il colosso dell’informatica decida di fare ricorso, quindi toccherà attendere ancora qualche anno prima di giungere all’effettiva conclusione del caso.