Quanto è grande la blogosfera? È possibile tracciarne un profilo
preciso? Siamo in grado di evidenziare le tendenze in atto e valutare l’impatto
di questo strumento di comunicazione fuori e dentro la rete? Sarebbe estremamente
complicato vista la natura prettamente individualisitica e per nulla organizzata
del fenomeno. Ma per fortuna c’è Technorati. Il servizio creato dall’americano
David Sifry nel novembre del 2002 si è guadagnato nel tempo la meritata
reputazione di strumento di monitoraggio più affidabile dell’universo blog.
La sua fama ha scavalcato clamorosamente i confini della rete l’estate scorsa,
quando la CNN lo ha usato per monitorare quasi in diretta le opinioni dei blogger
in occasione delle convention dei Democratici e dei Repubblicani in vista delle
presidenziali USA.
Ma cos’è e cosa fa esattamente Technorati? Per certi versi è
come un motore di ricerca: indicizza i blog e ne verifica costantemente gli
aggiornamenti. La sua funzione primaria, però, non è tanto quella
di offrire un servizio alla Google limitato a questa categoria di siti, quanto
quella di evidenziare le relazioni e le connessioni tra i blog. Quello
che conta di più per Technorati sono i link. È il numero
di link verso un blog, per esempio, che ne certifica la popolarità o l’influenza.
È il numero di link verso un certo articolo ciò che può farci
misurare l’importanza di una notizia. È ancora il numero di link verso
un libro presente nel catalogo di Amazon che può servire a valutarne il
successo. Con 2 anni di attività e con un database sempre più ricco
di dati, insomma, Technorati può fornirci un’istantanea molto fedele dello
stato della blogosfera.
L’ultima istantanea è quella presentata da Sifry nei giorni scorsi.
L’analisi si concentra su 4 punti fondamentali: la diffusione dei blog, la frequenza
di aggiornamento e il numero di post, il rapporto con i media tradizionali, l’impatto
in ambito aziendale.
I blog di cui Technorati tiene attualmente traccia sono più di 4
milioni. Un dato che fa certamente impressione, soprattutto se si tiene conto
che il superamento della soglia dei 3 milioni è avvenuto nello scorso mese
di luglio. Significa, secondo Sifry, che viene creato un nuovo blog ogni 7,4 secondi
e che i tassi di crescita sono tuttora straordinari. Il grafico presentato insieme
alle cifre è eloquente.
Non siamo in possesso di dati disaggregati relativi alle singole nazioni, ma
per l’Italia, tenendo conto dei numeri offerti dai principali fornitori di piattaforme
e servizi di blogging, la cifra dovrebbe aggirarsi intorno ai 150.000,
con Splinder a primeggiare con oltre 85.000 blog.
Attenzione, però. Questi dati e quelli di Technorati si riferiscono
ai blog creati. La realtà cambia se si vanno a contare quelli attivi. Sifry,
per esempio, parla di un 45% di blog tra quelli censiti fino a luglio che non
presentano aggiornamenti negli ultimi 3 mesi. C’è chi ha magari aperto
un blog solo per provare un certo servizio, chi ha cambiato piattaforma, ma nella
gran parte dei casi si tratta di abbandoni. Se si aggiunge che non è infrequente
l’apertura di più siti da parte di una stessa persona, si può tranquillamente
concludere che il numero di blogger attivi è di molto inferiore a quello
dei blog aperti.
Per quel che riguarda la frequenza degli aggiornamenti, la media è di
16.000 nuovi post al giorno, 4,6 al secondo. Il dato evidenziato da Sifry è
che si nota una crescita nel volume di post in coincidenza di particolari eventi
politici o di cronaca: per gli USA sono stati le primarie dell’Iowa, la decapitazione
di Nicholas Berg e le convention per le presidenziali. Casi notevoli, però,
sono anche quelli di notizie che seguono la rotta opposta, esplodendo inizialmente
tra i blog per poi trovare spazio nei media tradizionali: l’ultimo è quello
dei lucchetti Kryptonite. Qualcuno scopre che possono essere facilmente
aperti con il coperchietto di una penna a sfera, lo scrive su un forum, la notizia
arriva sui blog e si diffonde in pochi giorni in maniera clamorosa, tanto da arrivare
sulle pagine del New York Times.
Proprio al rapporto con i media mainstream è dedicata la terza parte
dell’analisi. Il grafico mostra con chiarezza che i siti di news più linkati
dai blogger sono quelli dei big dell’informazione: è chiaramente un riconoscimento
in termini di affidabilità e influenza. La cosa non deve stupire: si parla
di vere e proprie ‘istituzioni’ del settore come la BBC o il New York Times. Ciò
che colpisce, però, è che in mezzo a questi colossi si fanno notare
sempre più fonti alternative, non professionali, blog tenuti da individui
che sono riusciti a guadagnarsi la fiducia di migliaia di persone. Un dato che
è ancora più marcato se dall’informazione generalista si passa a
quella specialistica o di nicchia.
E le aziende? Come si sta evolvendo il cosiddetto corporate blogging? Il quadro
offerto da David Sifry mostra che ad abbracciare il blog come strumento di comunicazione
sono per lo più società del settore tecnologico, con una Microsoft
che sembra aver colto più di altri le potenzialità del mezzo. La
sua conclusione è che in questo ambito particolare il cammino da fare sia
ancora lungo. Si potrà parlare di successo solo quando il blog inizierà
ad essere valutato come un valido supporto alle politiche e ai processi aziendali
anche al di fuori della cerchia delle compagnie tecnologiche.