A poche ore dall’evento Apple dedicato al mondo dell’educazione, Wired pesca dai propri archivi un’intervista rilasciata da Steve Jobs sull’argomento nel 1996. Secondo l’ex iCEO, i problemi principali da affrontare in questo ambito sono di tipo sociopolitico e difficilmente possono essere risolto solamente con l’ausilio della tecnologia.
Secondo Jobs, un nuovo modello per l’educazione dei più piccoli può prendere ispirazione dalle dinamiche che regolano l’avvio di un’attività imprenditoriale (startup), con un significativo contributo riconosciuto ogni anno ai genitori per affrontare l’acquisto dei libri e altre spese connesse all’insegnamento dei figli.
Penso che la tecnologia possa aiutare il processo educativo. Probabilmente sono la persona che più di ogni altra su questo pianeta ha donato computer alle scuole. Non posso però fare a meno di scontrarmi con la consapevolezza che la sola tecnologia non può risolvere il problema. È una questione politica, sociopolitica, burocratica.
Non risolveremo tutto mettendo la conoscenza su un CD. Possiamo anche realizzare un sito Web per ogni scuola, e non sarebbe una pessima idea, ma soltanto se non ci illudiamo di poter risolvere così semplicemente la questione educativa.
Gli strumenti che con tutta probabilità verranno presentati nel corso dell’Apple Media Event odierno, dedicati a insegnanti e istituti d’istruzione, sono dunque frutto di una visione già ben chiara nella testa di Steve Jobs quindici anni fa. Resta da capire se l’evoluzione tecnologica seguente all’intervista di Wired abbia saputo colmare, almeno in parte, il gap che secondo l’iCEO nel 1996 rappresentava uno scoglio insormontabile.