Anche se a rilento la tecnologia WiMax sta cominciando a prendere piede anche nel nostro paese: dopo la chiusura dell’asta per l’assegnazione delle frequenze, pubblicizzata a gran voce da istituzioni e media, alcuni operatori iniziano a fare le prime installazioni e a vendere i primi servizi.
Allo stesso tempo iniziano a diffondersi anche le informazioni relative alla tecnologia: servizi, costi e performance. Ma dove, come e quando nasce la tecnologia WiMax? A questa domanda cerchiamo di rispondere in questo post.
La tecnologia oggi conosciuta come WiMax nasce ufficialmente nel 1999 nell’ambito dell’IEEE (Institute of Electrical and Electronics Engineers), un ente americano che si occupa di definire standard per un vasto ambito di applicazioni, dai sistemi aerospaziali, all’informatica, dalle telecomunicazioni alla biomedica, dall’energia all’elettronica di consumo.
Nel 1999 l’IEEE dà vita al progetto 802.16 che ha l’obbiettivo di definire una tecnologia wireless per l’accesso alla larga banda nelle aree metropolitane (principalmente aree cittadine).
Dopo una lunga attività di studio, nel gennaio del 2003 viene pubblicata la prima specifica della tecnologia, suddivisa in due parti: la prima definisce la tecnica trasmissiva per le frequenze comprese tra gli 11 e i 60 GHz; l’altra riguarda le applicazioni nelle bande tra i 2 e gli 11 GHz.
Proprio quest’ultima, basata su tecnica trasmissiva OFDM, è alla base della tecnologia che ci accingiamo a conoscere e utilizzare in questo periodo.
Nel 2004 viene rilasciata una nuova versione dello standard (nota come IEEE 802.16d), che migliora le performance ed elimina una serie di problemi e bachi rilevati dai produttori di apparati durante le fasi di test dei primi prototipi.
Tra gli obbiettivi iniziali del progetto c’è anche il desiderio di introdurre nello standard le funzionalità per il supporto della mobilità: questo traguardo viene raggiunto nel 2005, quando viene pubblicata la versione IEEE 802.16e, che rappresenta lo standard WiMax completo per applicazioni fisse e mobili.
Ad oggi l’attività del gruppo è sostanzialmente conclusa: rimangono solo alcune marginali attività di revisione, che si concluderanno nel giro di qualche mese.