Chi è una “tecnovisionaria“? È una donna capace di generare innovazione e di “inventare il futuro”, creando tecnologie; una donna che con il proprio lavoro ha testimoniato di saper coniugare creatività, innovazione e qualità della vita. Innovazione che va intesa non solo come costruzione di nuovi strumenti, ma soprattutto come capacità di concepire diversamente i problemi e identificare nuovi obiettivi
Donne e tecnologia non vanno d’accordo? È questo un vecchio adagio, ormai vetusto e superato dalla realtà. Ed è così che un premio dedicato va a rendere onore e merito alle donne che, più di ogni altre, hanno saputo dimostrare il proprio credo nella tecnologia e nel business contestuale.
Vari i premi consegnati con un ex-equo per la prima posizione: Barbara Poggiali, Amministratore Delegato e Direttore Generale DADA (motivazione: «Partendo dal MIT ha saputo costruire una “visione” italiana di grande successo. I differenti contesti aziendali dove ha lavorato, i diversi settori in cui si è cimentata e le molteplici sfide affrontate e vinte sono un esempio della centralità della “persona” come fattore prioritario rispetto a ogni altro») e Catia Bastioli, Amministratore Delegato Novamont S.p.a. (motivazione: «Sintesi esemplare di come la solida preparazione tecnico-scientifica e le capacità manageriali hanno permesso di trasformare i risultati della ricerca in applicazioni innovative. L’approccio e le soluzioni verso tematiche ambientali, con particolare riferimento alla bioplastica, rappresentano un forte segnale e un modello per l’intero Paese»).