Telecom Italia non potrà più vendere la propria flat dial-up che permetteva agli utenti 56k di connettersi al web al costo di 12 euro mensili. La decisione giunge a seguito del ricorso d’urgenza presentato da Assoprovider ed AIIP: la sentenza prevede che la vendita della flat venga sospesa almeno fintanto che AGCOM non si sia espressa definitivamente sulla vicenda (i provider contestano l’irregolarità a livello wholesale del piano tariffario Telecom). Gli utenti già attivati non perderanno comunque la flat e semplicemente a Telecom Italia viene inibita la possibilità di sottoscrivere nuove attivazioni.
La situazione paradossale della connettività italiana ha partorito dunque una decisione in grado di rendere felice nessuno: Telecom si vede sospesa la vendita della flat, i provider si trovano senza clienti e senza speranze, gli utenti si trovano senza offerta e con la prospettiva di minori opportunità a costi maggiorati. La domanda, insomma, rimane senza offerta ed i prezzi alti non si smuovono a causa di una impasse legislativa che vede nell’AGCOM la propria valvola di sfogo ossidata.
Nel riportare la notizia Alessandro Longo spiega nei dettagli il problema verificatosi: l’AGCOM ha chiesto il 19 Agosto a Telecom Italia di sospendere la commercializzazione della flat e di presentare nuova documentazione; Telecom ha consegnato quanto richiesto ed ha quindi proseguito nella vendita della flat basandosi sul principio del silenzio-assenso. Oggi l’AGCOM nicchia, asserendo che le indagini sarebbero ancora in corso (dopo mesi in cui i provider hanno subito una inevitabile e pericolosa emorragia di clientela) e solo l’intervento giudiziario è riuscito a ripristinare il precario equilibrio antecedente la flat.
L’associazione Anti Digital Divide aveva immediatamente contestato ad Assoprovider ed AIIP il passo mosso contro Telecom non tanto per la bontà dei principi, quanto per la negatività delle conseguenze potenziali (puntualmente concretizzatesi con la decisione del giudice che ha preso in esame il ricorso d’urgenza). L’attenzione si sposta ora tutta su AGCOM. L’authority ha su di sé due grosse responsabilità: innanzitutto chiudere in tempi brevi il caso relativo alla flat, per far sì che l’utenza digital-divisa possa giovarsi almeno di questo futile palliativo, ed inoltre risolvere definitivamente il problema della banda larga nel nostro paese. Problema che, a fine 2005, gravita ormai tra una situazione di paradossale insufficienza ed uno status di colpevole immobilità.