Telecom Italia e Fastweb hanno un solo grande obiettivo per il breve periodo: evitare il commissariamento conseguente alle indagini in corso per la maxitruffa scoperta ai danni dello stato. Le strategie sono però differenti, poiché differente è la situazione di partenza.
Telecom Italia sta operando nel tentativo di cercare un accordo con lo Stato, così che parte del danno possa essere compensato e la posizione possa così essere in qualche modo alleviata. Secondo MF Dow Jones «Telecom Italia Sparkle sta invece lavorando ad un concordato fiscale con l’Agenzia delle Entrate partendo da una base di 300 milioni di euro, che corrisponderebbe al credito Iva “illecitamente maturato per gli anni d’imposta oggetto delle illecite attività contestate”».
Fastweb ha agito invece in modo più radicale approvando lo scorporo delle attività wholesale, «creando una srl autonoma con a capo il direttore finanziario Peter Burnmeister proprio per fare in modo che l’eventuale commissariamento coinvolga solo questo asset e non contagi l’intero gruppo». Il primo passo è stato compiuto con le dimissioni di Silvio Scaglia, una separazione consensuale destinata a mettere il gruppo al riparo dalle pressioni della magistratura. L’allontanamento dei responsabili coinvolti dallo scandalo è un requisito fondamentale e le ulteriori trattative in corso sono finalizzate al raggiungimento di un accordo entro il 7 Aprile, data fissata per le decisioni del GIP Aldo Morgigni. Il nodo da sciogliere, secondo quanto trapelato, sarebbe sul nome di Parisi, coinvolto nel caso ma sulla cui posizione le parti non hanno ancora trovato un accordo.
La borsa ha premiato la scelta dello scorporo di Fastweb ed il titolo è tornato immediatamente a recuperare il 2% in borsa dopo settimane di difficoltà. «Evitare la soluzione più drastica»: l’obiettivo è fissato, ma i giorni stanno per scadere e le due aziende ancora non hanno raggiunto un accordo con la Procura.