Le sorti di Telecom Italia e Fastweb sono nelle mani del Giudice per le Indagini Preliminari. Il GIP ha infatti l’ultima parola sul possibile commissariamento dei due gruppi coinvolti nella nota vicenda che ha portato anche all’arresto di Silvio Scaglia. La decisione dovrebbe arrivare nelle prossime ore, ma nel frattempo le borse tremano e continuano a spingere al ribasso i rispettivi titoli.
A nulla valgono le rassicurazioni di Franco Bernabé, coinvolto nella vicenda in quanto attuale amministratore del gruppo titolare del 100% della proprietà di Telecom Italia Sparkle, ma pronto a ricordare nei giorni passati come trattasi di misfatti retrodatati di almeno 2 anni. Con una lettera ai dipendenti del proprio gruppo, Bernabé ha voluto compattare le fila per riportare fiducia nell’azienda: «Come voi, sono profondamente turbato per il fatto che purtroppo la nostra azienda sia finita sui giornali non per i risultati che stiamo ottenendo come operatore leader nel settore delle telecomunicazioni ma per motivi di ben altra natura. […] sono perfettamente consapevole che queste vicende distolgono l’attenzione da quella che dovrebbe essere la nostra vera piorità, fornire il miglior servizio possibile ai nostri clienti che in noi ripongono molte aspettative e fiducia».
E continua: «il fatto di non essere l’unica azienda del settore interessata dalle indagini e che i comportamenti contestati risalgano a più di due anni fa non fornisce alcuna consolazione a chi come noi, pur svolgendo il proprio lavoro con la massima serietà e professionalità, si vede comunque accerchiato da questo assordante rumore di fondo. Capisco perfettamente che non faccia piacere essere associati a vicende che con il nostro lavoro e la nostra professionalità hanno ben poco a che vedere. E capisco ancora di più il rammarico che provate quando queste vicende sono descritte da qualche commentatore come una presunta dimostrazione che pratiche come quelle in oggetto siano considerate la norma e che la situazione sia sfuggita di mano. Non è assolutamente così: in questi due anni in Telecom Italia abbiamo preso una serie di provvedimenti importanti per evitare che episodi che in passato hanno danneggiato la nostra reputazione possano ripetersi in futuro».
Mentre le azioni cadono per l’ennesima seduta a Piazza Affari, Bernabè volge però lo sguardo proprio agli azionisti promettendo massima attenzione al valore del titolo e massima priorità di intervento a tutela di tutto ciò che la vicenda sta comportando all’interno del gruppo: «Siamo impegnati nei confronti dei nostri clienti per offrire un servizio di qualità sempre migliore, una migliore assistenza ed una migliore trasparenza. Siamo impegnati sul fronte dell’Autorità di regolazione e dei concorrenti per assicurare lo sviluppo di un mercato efficiente e competitivo e al tempo stesso garantire una effettiva parità di trattamento. Abbiamo fornito il nostro contributo laddove esigenze di natura umanitaria lo richiedeva. Questa è l’azienda che vogliamo essere, una azienda attenta a quello che succede all’esterno ma soprattutto, lo voglio ripetere, una azienda che prima di tutto vuole essere attenta e vigile rispetto a quello che avviene al proprio interno».
Fastweb, per contro, avrebbe presentato una proposta al GIP per evitare il commissariamento e procedere invece con un procuratore speciale dedicato all’area wholesale. Il problema di Fastweb è quello di garantire le attività del gruppo, il problema del GIP è quello di garantire il distacco tra gli indagati e l’azienda. Soltanto se i due problemi potranno trovare comune soluzione Fastweb potrà evitare un commissariamento che, denuncia la proprietà, sarebbe oltremodo gravoso per la sopravvivenza del gruppo.