Nel corso di un difficile CDA, Telecom Italia ha posto le fondamenta per il suo futuro approvando il nuovo piano industriale, il primo dell’era Telefonica. Un piano che vale 4 miliardi di euro e che ha confermato nei contenuti le anticipazioni della vigilia. Telecom Italia come prima mossa liquiderà la sua partecipazione del 22,7% detenuta in Telecom Argentina.
La cessione dovrebbe venire finalizzata entro la metà del 2014 ed il CDA ha dato mandato a Marco Patuano di trattare la vendita con la finanziaria argentina Fintech che si sarebbe già fatta avanti per una possibile acquisizione. Per il momento sembra invece che TIM Brasil non verrà ceduta. Marco Patuano ha infatti affermato che il Brasile rimane ad oggi per Telecom Italia un mercato chiave dove sono previsti grossi investimenti. Per il momento dunque non si vende. Altri 2 miliardi di euro dovrebbero arrivare entro dicembre 2014 dalla cessione di alcuni asset, tra cui le torri in Italia e in Brasile della telefonia mobile, i multiplex ed alcuni immobili.
Grazie a questi fondi, Telecom Italia promette forti investimenti in Italia per lo sviluppo della Banda larga. Il gruppo italiano di telecomunicazioni investirà infatti 9 miliardi di euro in tre anni, di cui 3,4 miliardi in tecnologie di ultima generazione. Nello specifico, viene promesso che entro il 2016 il 50% della popolazione verrà coperto dal fibra ottica.
L’operazione finanziaria del nuovo piano industriale si chiude con il lancio di un Bond convertibile in azioni risparmio del gruppo del valore di 1,3 miliardi di euro. Inoltre, niente dividendi nel 2014 per le azioni ordinarie.
Brutte notizie invece sul delicato tema dello scorporo della rete. Telecom Italia ha infatti deciso di congelare il progetto di separazione della rete, almeno per il momento. Si andrà invece avanti in avanti con l’Equivalence of input. Per lo scorporo della rete rimane comunque una piccola porta aperta ma solo in caso di concrete manifestazioni di interesse di investitori per l’ingresso nel capitale di nuova entità e solo dopo aver valutato l’esito del consolidamento del quadro regolamentare, nazionale ed europeo. Si continuerà comunque il confronto con l’AGCOM.
Un piano industriale che farà dunque molto discutere, soprattutto per la cessioni di alcuni asset strategici e per la volontà di congelare il progetto di scorporo della rete. Tra le prime reazioni quelle di ASATI che boccia il progetto definendolo lesivo per i diritti di tutte le minorities. La sensazione è comunque che le polemiche sull’approvazione del nuovo piano industriale di Telecom Italia non si placheranno in poco tempo.