Il caso esploso su Telecom Italia Sparkle e Fastweb è in una fase di stallo, fase da cui le azioni in borsa ne escono tramortite ed i rumor si susseguono in attesa che si prenda una qualche decisione definitiva circa il commissariamento delle parti coinvolte. Novità importanti sul caso saranno diramate nei prossimi giorni.
Nel frattempo, però, Telecom Italia ha comunicato che il bilancio del gruppo non verrà comunicato secondo le tempistiche previste, ma rinviato alla riunione consiliare del 25 Marzo prossimo. La motivazione è da ricercarsi tutta nell’attuale situazione di Telecom Italia Sparkle, l’appendice di Telecom Italia coinvolta nelle indagini: «Nella giornata di oggi, quale misura cautelativa, l’Autorità Giudiziaria ha sequestrato un importo pari a circa 300 milioni di euro tra crediti e disponibilità liquide di Sparkle, corrispondente secondo il provvedimento al credito IVA illecitamente maturato per gli anni d’imposta oggetto dell’illecita attività contestata. Il Consiglio di Amministrazione di Sparkle, in virtù di un criterio di prudenza, non ha ritenuto opportuno procedere alla approvazione del proprio bilancio al 31.12.2009, dovendo completare l’esame della corposa documentazione ricevuta per poi procedere ad una corretta valutazione e rappresentazione della situazione».
Sequestro e rinvio, determinando quindi una nuova fase di incertezza che il mercato non gradisce. L’appetibilità del titolo Telecom, peraltro, è vista al ribasso e la cosa non può che scoraggiare gli investimenti su di una azienda che, almeno potenzialmente, potrebbe essere intaccata dalle indagini in virtù dello stretto legame esistente tra i management di TI e TI Sparkle durante il periodo a cui fanno riferimento le indagini.
Fastweb, da parte sua si è comunque nel frattempo dichiarata come parte lesa, posizione confermata anche dall’attuale Amministratore Delegato Stefano Parisi: «Noi abbiamo solo versato 38 milioni di euro a queste aziende le quali, a loro volta, hanno evaso l’Iva. Non abbiamo avuto nessun vantaggio, anzi ora abbiamo un grande svantaggio, un grande danno d’immagine». Parisi usa anche parole molto dure circa la possibilità del commissariamento: «Se il commissariamento serve a verificare che non si verifichino reati di questo tipo, ricordo che quella attività non c’è in Fastweb. Ora mettere a rischio un’azienda dove lavorano 3.500 persone e con 1,6 milioni di clienti, credo sia un delitto». Ed anche nella peggiore delle ipotesi Parisi auspica che la misura prevista venga adoperata con estrema cautela: «Come un eventuale commissariamento dovesse essere attuato non è dato sapere, ma siccome si tratta di una misura cautelare e non di una sanzione spero, credo, sia circoscritto alla verifica che l’azienda non commetta reati e sottragga prove. Non credo che possa decretare la pena di morte per il soggetto indagato».
Dall’esplosione del caso ad oggi Telecom ha perso in borsa circa il 10%. Per Fastweb la caduta è stata del 14%.