La notizia che Telecom Italia avrebbe inserito filtri anti P2P sulle sue connessioni a banda larga, aveva fatto gridare allo scandalo. Fiumi di proteste ogni dove, con gli utenti pesantemente irritati che lanciavano accuse al principale gestore italiano di violare la libertà della rete. Successivamente avevamo anticipato che i filtri sarebbero stati applicati, non solo limitatamente al P2P (VOIP salvo), ma solamente nelle aree in cui le risorse di rete disponibili risultavano più critiche. Aree, segnalate addirittura su uno specifico sito di Telecom.
Ma ora, la stessa Telecom Italia, per voce di Salvo Mizzi, responsabile Internet, Media & Digital Communication, intervenie sull’argomento, rispondendo alle precise domande di Stefano Quintarelli, blogger ed esperto di telecomunicazioni.
La rete di Telecom Italia, spiega Mizzi, applicherà soluzioni di Deep Packet Inspection in maniera temporanea e generalista, dunque andando ad agire dove e quando serve, senza colpire il singolo utente. Il sistema adottato, dovrebbe dunque garantire criteri precisi e non invasivi. Tuttavia, continua a circolare la sensazione che questa strategia non porterà ai risultati sperati e cioè ad ottimizzare le risorse di rete, ma solo ad ulteriori problemi.