Tra il 2011 ed il 2013 Telecom Italia è pronta a mettere sul piatto 8,7 miliardi di investimenti per la Rete di nuova generazione. La quantificazione giunge da Franco Bernabé, amministratore delegato del gruppo, il quale manifesta così il credo che l’azienda ripone nella Rete e nella possibilità per Telecom Italia di mantenere la leadership ereditata in qualità di incumbent.
Bernabé ha inoltre affiancato la propria stima ad una considerazione ulteriore: il gruppo non intende dismettere la Rete ed anzi si considera tale ipotesi (almeno nel breve periodo) del tutto surreale. «La rete di accesso è un asset strategico che il gruppo deve mantenere e valorizzare», spiega Bernabé: «tale infrastruttura continuerà ancora per molti anni a garantire servizi telefonici e l’accesso broadband alla maggioranza della popolazione». Non solo la rete non sarà divisa dal gruppo, ma Telecom afferma di volerci investire ulteriormente grazie ad un piano da 700 milioni annui finalizzati alla realizzazione di nuovi accessi ed al miglioramento delle prestazioni e dell’affidabilità.
Una volta illustrati i piani di intervento, Bernabé passa però anche all’incasso tornando su un vecchio cavallo di battaglia: il coinvolgimento negli investimenti di chi, grazie alla rete ed al suo sviluppo, sta costruendo il proprio impero economico online. «La sostenibilità della Internet del futuro non dovrà, nè potrà, naturalmente, essere garantita attraverso un aumento dei prezzi al dettaglio – anche se una loro rimodulazione in funzione della qualità richiesta avrebbe effetti positivi sul welfare complessivo – ma attraverso meccanismi che aumentino la contribuzione degli over the top».
Il riferimento ai soliti noti, quali Google o Facebook, è tutt’altro che indiretto. Questi ultimi, infatti, stanno portando un numero sempre maggiore di contenuti online e forzano l’utilizzo di file di sempre maggior qualità e peso, aumentando il traffico e forzando così l’incremento prestazionale delle infrastrutture. «La crescita esponenziale del traffico originato dai fornitori di applicazioni e servizi over the top sta mettendo a rischio la sostenibilità economica di Internet per gli operatori di rete. L’acquisizione dei ricavi incrementali necessari a finanziare tali investimenti sarà una sfida non facile per il settore».