E dopo l’adsl, Telecom Italia ha deciso di filtrare, cioè di penalizzare l’uso dei software P2P, anche sulla sua rete mobile. L’annuncio, lo trovate sulla pagina di supporto del portale 119 di assistenza tecnica di TIM.
Il comunicato recita che dal 1° Aprile, nella fascia oraria dalle 17 alle 24, potranno entrare in funzione meccanismi di traffic shaping, che limiteranno la banda a 128Kbit in download e 64Kbit in upload per le applicazioni che causeranno un alto consumo di banda (software P2P) e per gli utenti che supereranno 1GB di traffico dati.
La notizia è quantomeno controversa. E’ palese che le reti mobili siano a corto di risorse, non è una novità e può anche essere giusto che l’operatore possa in qualche modo voler tutelare la propria rete, anche se gli attuali piani dati, ben difficilmente permettono agli utenti di fare file sharing massiccio. Quello che però colpisce maggiormente è che in questo caso, Telecom Italia sembra adoperare uno strumento repressivo ad hoc, ben diverso da quello utilizzato per l’adsl.
Se i filtri anti P2P per l’adsl, sono di tipo generalistico, cioè intervengono sulle prestazioni delle reti di una zona, qui sembrerebbe che i filtri, intervengano ad personam. Ed arrivare a filtrare specifiche persone/utenti, non è forse limitare loro la libertà d’utilizzo della rete? Che ne pensate?