Domani potrebbe essere un giorno storico per la Rete in Italia. Potrebbe infatti avvenire un passaggio di consegne auspicato da alcuni già molti anni fa, ma approvato soltanto nelle prossime ore in virtù dell’inizio di una nuova fase: Telecom Italia sarebbe ormai prossima all’approvazione dello scorporo della rete fissa.
Di fatto, insomma, Telecom Italia separa la Rete dai propri destini, identificandola come una entità a parte sotto il controllo della stessa Telecom: eredità dell’era del monopolio, ora la rete diventa per l’incumbent un asset di difficile gestione in virtù degli onerosi investimenti necessari per renderla competitiva ed all’altezza delle richieste del mercato. La prospettiva di una rete di nuova generazione (NGN) andrebbe infatti a svilire il valore dell’asset medesimo e lo scorporo diventa così una sorta di passaggio obbligato per il quale Telecom doveva soltanto scegliere i tempi e le modalità più opportune.
Secondo gli analisti Societe Generale, Telecom Italia approverà lo scorporo entro le prossime 24 ore: «Probabilmente Telecom Italia raggiungerà un accordo di principio per andare avanti con la separazione della rete e le discussioni con la Cdp e con altri potranno partire a pieno ritmo». Milano Finanza rivela inoltre come anche l’agenzia MF-DowJones ritenga credibile tale prospettiva: «Non si tratta certo di una novità, però il fatto che gli analisti ne parlino dopo l’investor meeting dà ulteriore sostegno a questa ipotesi».
Lo scorporo dovrebbe dare il via ad una serie di event a catena la cui successione e le cui modalità sono sono al momento chiari, ma il cui esito è pronosticabile: una società partecipata da più nomi (tra i quali anche lo Stato, tramite la Cassa Deposito e Prestiti) nella quale possano essere riversati gli investimenti utili allo sviluppo della New Generation Network della quale il paese ha assoluta necessità. Tale società dovrebbe vedere la CDP intervenire con circa 2 miliardi di euro, denaro che Telecom Italia utilizzerà (assieme all’impegno di ogni altro investitore interessato) per la riduzione del debito aziendale. Piazza Affari festeggia immediatamente e dimostra di voler credere negli auspici di queste ore, ma ricorda altresì le parole di Franco Bernabé che recentemente aveva preso tempo respingendo ogni ipotesi di rimbalzo repentino: «dal punto di vista degli investitori, il vero upside ci sarà solo qualora Telecom riesca a trovare qualcuno interessato a investire nella nuova business unit in cambio di cassa per ridurre il debito netto del gruppo».
Milano Finanza rivela altresì come questa nuova realtà possa avere un valore tra i 13 ed i 16 miliardi di euro: «ci aspettiamo che il board di domani decida per la disponibilità a procedere alla separazione di Opac, l’ipotetica nuova società delle rete di accesso”, rammentando però che l’effettiva implementazione della stessa sarà in funzione dell’accordo da raggiungere con l’autorità relativamente al quadro normativo. Anche in funzione di questo alla rete di accesso è stata data una valorizzazione in una forchetta ampia tra i 13 e i 16 miliardi di euro, influenzabile dai prezzi di accesso o dalla remunerazione degli investimenti che l’Agcom definirà».