L’esito dell’attesissimo CdA Telecom Italia scatena reazioni di multiforme coloritura. Qualcosa, insomma, non torna. In attesa che la borsa emetta il proprio verdetto, a parlare sono i comunicati stampa che il gruppo ha emesso a contrattazioni chiuse e gli analisti che si dividono tra entusiasmi e sospetti senza alcuna linea comune di indirizzo. Gilberto Benetton, all’uscita dalla sede di Piazza degli Affari, si limita ad un «riorganizzazione, si è parlato solo di riorganizzazione»: è evidente come le parole siano solo di circostanza e che dietro al CdA odierno si celino importanti movimenti per il prossimo futuro.
Telecom si dividerà in due: da una parte la rete fissa, dall’altra la rete mobile. Telecom Italia Mobile sembra ormai destinata alla cessione e le dichiarazioni ufficiali confermano la cosa semplicemente evitando di smentirla. Tronchetti Provera in persona, però, prende tempo e chiama a raccolta i possibili acquirenti: «le sole offerte sono quelle che leggiamo sui giornali […] il cda di si è riservato di esaminare le opportunità di valorizzazione delle attività di rete e del business di comunicazione mobile che si presenteranno nonchè ogni ulteriore o diversa iniziativa».
L’altra branca dell’azienda è quella relativa alla rete fissa, ove la banda larga rappresenta la scommessa principale e dove la distribuzione dei contenuti sembra essere uno degli assilli principali della galassia Pirelli. Così suddivisa, però, Telecom Italia è zoppa: da una parte v’è un gruppo indebitato all’inverosimile e privo di reali capacità di far cassa. Dall’altra v’è una TIM che in molti hanno descritto come la “gallina dalle uova d’oro”, il cui valore potrebbe essere particolarmente comodo per andare a sostenere la parte opposta (e prossima alla separazione fattiva).
Attorno a queste macro-situazioni v’è tutto un contorno che la borsa è pronta a valutare. Ci sono i sindacati, pronti a scioperare per difendere una azienda che senza TIM rischia di perdere pericolosamente quota. C’è poi uno Standards&Poors pronto a declassare Telecom Italia nel caso in cui lo scorporo diventi realtà (giudizi pesanti, infatti, vertono sul fatto che prima il gruppo ha puntato sulla convergenza per poi virare in direzione opposta). C’è chi vede nella vendita di TIM una azione in grado di portare ad un maxi-dividendo, e per contro c’è chi vede nella mossa un salvataggio in corner per un gruppo completamente schiacciato dal proprio multimiliardario debito.
Murdoch, intanto, incassa un nuovo accordo con la Fox di Rupert Murdoch: Telecom Italia veicolerà tramite Alice Home Tv i contenuti prodotti dal gruppo, ivi compreso il materiale dell’archivio 20th Century Fox. La “media company” è sempre più un’entità concreta i cui sviluppi potrebbero avere ampia portata nel quadro del contesto editoriale nazionale. Comunicati, nel contempo, anche i dati relativi alla trimestrale: scende l’utile netto, scende anche l’indebitamento, ma le cifre impallidiscono di fronte al terremoto del riassesto delineatosi dalle dichiarazioni ufficiali post-CdA.
Il futuro, dunque, si delinea ma solo tra i paletti delle ipotesi e delle possibilità. La rete mobile è nel mirino ed occorre attendere che qualche acquirente si faccia avanti per mettere nero su bianco il passaggio delle proprietà; per contro c’è una rete fissa che interessa particolarmente all’entità pubblica, la quale potrebbe così gestire la difficile situazione creatasi a causa del monopolio dell’incumbent rilanciando lo sviluppo della rete stessa sul territorio nazionale. Le zone colpite dal digital divide potrebbero gioirne, così come potrebbe festeggiare tutto il mercato e tutta la concorrenza pronta finalmente a giocare più o meno alla pari le proprie carte.
Tronchetti Provera, insomma, potrebbe aver dato il via ad una vendita pezzo per pezzo del gruppo, tenendosi però in mano l’opportunità di rilanciare le proprie ambizioni in ambito editoriale. L’obiettivo è quello di sanare una posizione imbarazzante tanto dal punto di vista economico quanto sotto il profilo legale/istituzionale. Telecom Italia Media rimane ancora un punto fermo e l’eventuale scalata ad Rcs permetterebbe la nascita del famigerato terzo polo in Italia (avente peraltro un forte significato politico). Una notte di tempo per tirare le somme ed oggi la borsa dirà la sua. Ieri, nel frattempo, tutte le controllate di Tronchetti Provera sono cresciute di vari punti percentuali, evidenziando dunque il credo preventivo degli investitori nei piani del signor Telecom.