«Telecom Italia apre l’era Rossi tornando a scommettere sulla convergenza a 360 gradi. Un connubio nuovamente indissolubile, quindi, tra telefonia fissa, mobile e banda larga in grado di convogliare i contenuti per la tivù ad alta definizione su internet e i servizi Ict alle imprese e ai servizi “di pubblica utilità”, dalla telemedicina all’infomobilità. Ancora nessuna decisione su un’eventuale separazione di Tim, la cui ipotesi di vendita appare comunque definitivamente tramontata a favore della creazione di una divisione interna»: così il Sole24Ore spiega come Telecom Italia abbia stravolto in un solo giorno la propria strategia di mercato, facendo ammenda delle reazioni negative all’ipotesi di scorporo della rete TIM e tornando a pensare nell’ottica della convergenza.
Il titolo ha chiuso la seduta di ieri finalmente con il sorriso (+2,25%) il tutto sulla scia di quella «piena concordanza su forti investimenti (in previsione 8-9 miliardi in un decennio) per un network di nuova generazione che comprenda anche le tecnologie senza fili, dal Wi-fi al più potente Wi-max» emersa dal Consiglio di Amministrazione. Il CdA non si era più riunito dopo gli ultimi eventi dell’era Tronchetti Provera. Al ritorno Guido Rossi ha lasciato il segno spiegando esplicitamente che «l’obiettivo strategico di puntare sulla convergenza fra telecomunicazioni fisse, mobili, Internet a banda larga e contenuti media». Il nuovo corso, insomma, «garantisce l’opportuna flessibilità operativa senza rinunciare ai benefici conseguiti con l’integrazione fisso-mobile e con l’intenzione di cogliere, in pieno accordo con l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, tutte le opportunità offerte dal mercato».
“One single company” è il nuovo termine che accompagna il futuro di Telecom. L’era della divisione viene accantonata ed il consigliere Vittorio Merloni ha esplicato il termine con un «che funzioni per tutti, per dare più servizi. Telecom sta cambiando, ogni tanto bisogna cambiare». «Neanche per sogno» il commento relativo alla possibile cessione di TIM, dunque definitivamente tramontata.
La situazione sembra aver ormai intrapreso binari nuovi ed ogni approfondimento andrà affrontato più da analisti politico/finanziari che non da tecnici veri e propri. Non è di strategia che si parla, qui. La banda larga non è, a scanso di equivoci, propriamente l’oggetto del contendere. Non per nulla la situazione è perfettamente riassumibile con l’analisi del Giornale: «in Telecom niente cambia perché tutto cambi».