Dopo l’annuncio di voler modificare il sistema di feedback, consentendo ai soli acquirenti di poter lasciare feedback negativi, eBay è ancora nel mezzo di una bufera, agitata dal malcontento degli utenti.
Questa volta sono gli italiani a minacciare una class action contro eBay e la sua controllata PayPal. Telefono Anti eBay, divisione dedicata ai problemi con il noto sito d’aste di Telefono Antiplagio, sottolinea la scorrettezza delle pratiche commerciali di PayPal, negli ultimi tempi giudicata sempre più inefficiente e costosa.
Qualche giorno fa si è scatenato in rete il panico attorno a PayPal in quanto i fondi parevano non poter più essere trasferiti sul conto corrente o sulla propria carta di credito. PayPal ha sopito gli allarmismi parlando di disguidi tecnici, ma il malcontento resta anche perchè spesso occorre anche un mese per vedere i propri soldi trasferiti sul proprio conto corrente.
A ciò si aggiungono le salatissime commissioni che PayPal incassa, che sommate agli interessi che matura sulle somme tenute “ferme” nei propri conti, generano grossi utili. Per la precisione nel 2007 PayPal ha contribuito per ben 563 milioni netti al bilancio di eBay.
Va inoltre ricordata la insolita posizione giuridica di PayPal, che si comporta come fosse una banca, ma non offre affatto ai propri clienti le stesse garanzie e la stessa qualità di servizio di una banca. PayPal altro non è che una società che consente “transiti” di denaro elettronico tra le carte di credito dei propri utenti, trattenendosi una cospicua percentuale e lucrando sulla giacenza.
eBay, insomma, da tempo sta generando molto malcontento sia per l’incremento di tariffe e commissioni per le aste sul suo sito, sia per i costi e i disservizi del suo servizio PayPal. Il mercato ha di recente punito eBay, che per la prima volta è stato costretto a riconsiderare le tariffe, abbassandole leggermente, per far fronte alle sempre minori inserzioni pubblicate. E’ proprio vero, dunque, che a tirar troppo la corda, questa si spezza.