Telegram si accoda in ritardo alle altre piattaforme social e annuncia in queste ore un giro di vite contro i gruppi e i canali in cui nelle ultime settimane si sta incitando all’odio e alla violenza in relazione all’assalto a Capitol Hill e in vista dell’insediamento di Joe Biden alla Casa Bianca nella giornata di domani.
Ad ufficializzare ciò che Telegram ha deciso di fare in queste ultime due settimane è stato il suo fondatore Pavel Durov, secondo il quale in casa Telegram gli eventi negli Stati Uniti sono stati seguiti con particolare attenzione, anche se a conti fatti la base USA rappresenta soltanto il 2% degli utenti che usano il servizio di messaggistica istantanea.
Il team di moderazione di Telegram, ha spiegato Durov, dalla scorsa settimana sta bloccando e chiudendo i gruppi in cui si incita alla violenza, centinaia e centinaia di appelli che, secondo Durov, sarebbero stati accessibili potenzialmente a migliaia di utenti di Telegram. Le chiusure e i ban sono stati disposti grazie alle segnalazioni degli utenti e, a quanto pare, soltanto in relazione a quanto sta accadendo negli Stati Uniti.
Se le altre piattaforme sono già state ampiamente criticate per essere intervenute soltanto all’ultimo momento, permettendo per anni la propagazione di contenuti violenti e incitanti all’odio, il discorso è ancora più valido per Telegram, da anni al centro di polemiche mai davvero affrontate legate alle migliaia di gruppi che, sulla carta, sarebbero in chiara violazione dei Termini del Servizio e che, in realtà, troppo spesso sono lasciati liberi di agire pressoché indisturbati.
Incitamento all’odio, contenuti violenti, immagini e video pornografici diffusi senza il consenso dei protagonisti, violazioni di copyright e chi più ne ha più ne metta: nel corso degli anni nei gruppi su Telegram, salvo poche eccezioni rispetto al totale, si è visto davvero di tutto.
Oggi, però, Telegram prova a saltare sul carro dei “vincitori“. Certo, non è mai troppo tardi per correre ai ripari, ma insieme ai contenuti violenti legati alle elezioni statunitensi e Donald Trump si attende da tempo un giro di vite anche su tutto il resto, con situazioni e contenuti in alcuni casi ben più gravi di quelli al centro del dibattito attuale.