Tempi duri per la Net economy

Negli Usa Compaq attraversa momenti difficili. Sun Microsystems, Hp, Cisco e Aol-Time Warner licenziano dipendenti. In Europa cresce la preoccupazione dei produttori di apparati sul futuro dell'Umts.
Tempi duri per la Net economy
Negli Usa Compaq attraversa momenti difficili. Sun Microsystems, Hp, Cisco e Aol-Time Warner licenziano dipendenti. In Europa cresce la preoccupazione dei produttori di apparati sul futuro dell'Umts.

Molti osservatori e addetti ai lavori sono concordi nell’affermare che il 2001 è l’anno peggiore per il Pc da quando vide la luce, e cioè circa diciotto anni fa. Ha contribuito poi ad aggravare l’andamento negativo del mercato del computer la recente crisi internazionale. Non è più un mistero che molte realtà del mondo dell’ Ict e della Net economy, abbiano trovato il pretesto, dopo i terribili attentati dell’ 11 settembre scorso, per dichiarare fallimento, tagliare notevolmente i costi di gestione, licenziare e chiedere aiuti statali per tentare di rimediare a situazioni finanziarie spesso imbarazzanti.



Forse il più grande protagonista di questo momento particolarmente negativo è Compaq. Nel terzo bimestre di quest’anno infatti il fatturato della società di Houston si è ridotto di circa un terzo mentre le perdite hanno raggiunto i 120 milioni di dollari. Gli analisti ritengono che alla base di questo insuccesso ci sia l’incertezza circa la fusione con Hp. E comunque anche altri giganti come Cisco, Sun Microsystems e la stessa Hp stanno licenziando migliaia di dipendenti. Aol-Time Warner già l’estate scorsa ha deciso di tagliare 1.700 posti di lavoro a pochi mesi dalla fusione.



Chi invece torna a vedere rosa, grazie all’attuale clima internazionale, sono le aziende che lavorano per gli apparati governativi. Lockheed, Boeing, General Dynamics che lavorano per conto dell’esercito degli Stati Uniti tornano ad investire e ad assumere. La loro roccaforte resta l’amata Silicon Valley, il luogo che ha reso famose queste ed altre grandi e medie aziende legate all’industria della Difesa nei decenni passati.



E se negli Usa si fa i conti con la crisi del Pc, nel vecchio continente grande incertezza c’è attorno all’ Umts. In molti consigli d’amministrazione dei principali gestori Tlc ci si chiede quali servizi a valore aggiunto offrire ai clienti per convincerli a spendere denaro per i telefonini 3G (terza generazione), e se valga davvero la pena imbarcarsi in un affare da 250.000 miliardi di lire, se non convenga magari rinunciare agli investimenti per il costo della licenza, metterli in conto perdite e aspettare momenti più favorevoli. Non a caso in Italia per il 2002 sono previsti soltanto 500 miliardi di investimenti per questo settore.



È ovvio come i gruppi che realizzano apparati telefonici e reti come Ericsson, Siemens, Nokia e Alcatel contassero sull’investimento stimato inizialmente che di fatto verrebbe notevolmente ridotto nel caso in cui si ricorresse alla Net Sharing e cioè alla compartecipazione alla rete. Ciò significherebbe che Tim, Omnitel, Wind, Ipse2000 e H3G che si sono aggiudicate la licenza, creerebbero al massimo una sola rete, forse due, cedendo, a chi ne facesse richiesta i servizi di interconnessione. Ipotesi, quest’ultima, che ha sollevato già in sede di Unione Europea dubbi riguardo alle regole della concorrenza, ma che alla fine potrebbe accontentare (a malincuore) anche i produttori di terminali che finalmente vedrebbero partire l’iniziativa.

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