MediaDefender, società nota per la diffusione di “fake” mediante la rete BitTorrent, sta attraversando un periodo molto negativo: potrebbe addirittura chiudere e cessare la propria attività.
L’azienda si propone come il maggior fornitore di servizi contro la violazione del copyright mediante le reti di P2P. I suoi guai sono iniziati nel Settembre 2007, quando moltissime email interne sono state rese pubbliche anche mediante i network di file sharing (ironia della sorte…): si è cosi appresa la creazione di un sito-trappola dove gli utenti potevano caricare video (e in caso di violazione dei diritti di proprietà intellettuale sarebbero stati citati in giudizio). Da allora le azioni della compagnia sono scese da 2,25 $ ad appena 0,50 $.
Secondo MediaDefender, la colpa del loro tracollo è da ricercarsi nelle case discografiche, che avrebbero visto diminuire i propri ricavi e che dunque non potrebbero più investire come prima nelle soluzioni anti-pirateria via P2P.
Secondo voi è vero, oppure ciò potrebbe essere dovuto ad altri motivi, come gli scarsi risultati nella lotta contro la pirateria oppure i metodi poco ortodossi utilizzati da MediaDefender?