Le trimestrali stanno per arrivare. Nella giornata in cui i Nobel per l’economia vanno negli USA e Wall Street vive una giornata particolarmente difficile (-0.77% il Dow Jones, -0.91% il Nasdaq Composite, -0.84% l’indice S&P, il tutto a causa dei soliti timori legati al sistema bancario ed al rialzo del costo del greggio) escono anche le prime previsioni per le trimestrali di prossima pubblicazione. Tre gruppi, in particolare, sono sotto i riflettori per le prossime ore: eBay, Yahoo e Intel (le chart relative all’andamento in borsa dei tre titoli durante il 2007 sono disponibili a fondo pagina).
Per eBay le attese sono oltremodo positive, sia pur se mitigate da alcuni fattori che sembrano impedire alla vigilia il grande balzo. Le proiezioni più rosee si riflettono nel +20.7% ottenuto dal titolo nell’ultimo trimestre con le azioni oggi a quota 39 dollari (dopo il -2.27% dell’ultima difficile seduta). I fattori mitiganti sono nel black-out di agosto e nella questione Zennstrom con cui eBay chiude il capitolo dell’acquisizione di Skype. Il gruppo aveva inizialmente previsto 31/33 centesimi per azione di introito su revenue da 1.78/1.83 miliardi di dollari di incasso. Gli analisti ora si aspettano 34 centesimi per azione di introito, anche se gran parte dell’attenzione sarà sui parametri relativi al core business aziendale (in progressivo e pericoloso rallentamento negli ultimi mesi) e sull’andamento delle due appendici Skype e PayPal. Il giudizio di “buy” sul titolo sembra confermato dai più e si indica una quotazione di riferimento di 43 dollari.
Le indicazioni della vigilia sono meno entusiastiche per Yahoo. Trattasi nella fattispecie della prima trimestrale del post-Semel: Jerry Yang è tornato alla guida del gruppo ed ha già apportato grandi cambiamenti strategici, ma nel corso della prima trimestrale poco è cambiato a livello di flusso di cassa ed i numeri non dovrebbero dunque figurare alcuna rivoluzione. Il gruppo sembra perdere terreno nel mondo dell’advertising e sebbene Panama sia adeguatamente performante, il servizio non sembra essere in grado di cambiare le carte in tavola. Le cifre, insomma, dovrebbero essere in linea con le attese di Wall Street tra 1.17 e 1.31 miliardi di dollari di introito (con un netto da 8 centesimi per azione). Ribadito il giudizio di “hold” sulle azioni, ora a quota 27.86 dollari (-2.18% nell’ultima seduta). Le proiezioni sono migliori per i trimestri a venire, ma per gli azionisti ci sarà da attendere: il restauro è appena iniziato e lo strapotere di Google non lascia eccessivi margini di manovra.
Nell’ultimo trimestre le azioni Intel hanno guadagnato il 9%. La sensazione diffusa è quella per cui il gruppo abbia distribuito previsioni conservative, ma i numeri saranno comunque positivi in quanto già in settembre è stata indicata una forte crescita nella domanda di microprocessori con attese alzate da un range di 9.0/9.6 miliardi di dollari ad una stima aggiornata di 9.4/9.8 mld. 9.62 miliardi è la cifra indicata dagli analisti, ovvero 30 centesimi per azione. Il giudizio di “buy” rimane, con il gruppo tornato a macinare performance dopo le ristrettezze imposte dalla difficile concorrenza con AMD.