Affinché non muoiano nel modesto contesto del mio solo cranio, vorrei riversare fuori una serie di riflessioni che maturo da un po’ di tempo relativamente alle varie classifiche del web. Partendo dal principio, passando per il metodo, arrivando all’applicazione finale. Voglio proporla come una sorta di “teoria aperta” a cui spero qualcuno voglia apporre il proprio “niet”, o il proprio “chissà”. Perchè ho una convizione di base che ritengo sufficientemente forte: le classifiche, così come sono state composte ad oggi, non hanno alcun senso. Semplicemente, proprio non reggono. Magari sono un simpatico giochino, ma visto che in tanti vi danno così tanta importanza vorrei mettere i miei 2 cent per contribuire a creare qualcosa di “vero”.
Per carità, signori di BlogBabel, non ce l’ho con voi. Non ne avrei ragione. Solo, il vostro lavoro temo possa soffocare se non tiene in considerazione il fatto che la classifica dovrebbe essere una sorta di “abstract” della realtà, mentre ad oggi la classifica crea invece una realtà propria. Gli specchi che non specchiano non sono solo specchi, sono qualcosa di più e di diverso.
CONSIDERAZIONI DI PRINCIPIO
- Le classifiche sono un sistema bidimensionale per mettere ordine all’interno di una realtà complessa e, sicuramente, non bidimensionale
- Una classifica che voglia rispecchiare la complessità del web non può imporre un criterio (che rischi di piegare parte del web alla propria regola), ma deve quanto meglio plasmarsi per aderire alla realtà e fotografarla quanto più fedelmente possibile
- Creare un ordine bidimensionale dei blog non è possibile stilando un algoritmo, ma bisogna invece rispettare le scelte degli utenti. La classifica, pertanto, dovrebbe essere una sorta di media delle scelte degli utenti
METODO
- La classifica dovrebbe essere una media dei gusti degli utenti. Dovrebbe dunque avere gli strumenti per fotografare innanzitutto il singolo utente, creare migliaia di classifiche personali, quindi fare una media del tutto
- Ogni utente ha un criterio proprio per ordinare i blog. Ogni utente, pertanto, dovrebbe avere a disposizione un proprio strumento per creare la propria classifica. Avere una serie di ingredienti e creare la propria ricetta, il proprio algoritmo
- Gli ingredienti potrebbero essere quelli attuali: link in entrata nell’ultimo mese, link in entrata negli ultimi mesi, Pagerank e chissà cosa altro. Ma non solo. Anche la partecipazione ai temi più importanti del momento, un voto soggettivo del singolo utente, la presenza all’interno degli OPML degli utenti. Ognuno sceglierà poi quale “peso” dare ad ogni parametro avendo così a disposizione la propria classifica BlogBabel che andrà a ricreare la classifica generale. Tali ingredienti vanno pensati affinché ce ne siano a sufficienza e sufficientemente discreti, dunque che non si sovrappongano e che abbiano di per sé un significato da apportare al risultato finale
APPLICAZIONE
Non lo so, questo è affar vostro. Un sistema del genere richiederebbe una potenza di calcolo non indifferente perchè si tratta di vagliare molte più variabili (la classifica potrebbe comunque non essere in tempo reale, ma ad esempio aggiornata solo settimana per settimana). Così facendo la classifica avrebbe un senso compiuto e non si avrebbe il giudizio traviato dal fatto di vedere o meno i soliti noti ai primi posti. Non si avrebbe però più alcuna responsabilità sull’algoritmo: è solo una media. E se l’utenza ritenesse in massa che i link hanno il peso maggiore? E se ritenessero tutti che il Pagerank è una boiata pazzesca? Ognuno giudicherà il proprio ranking personale, BlogBabel ne sarà solo la media finale fotografando nel tempo i cambiamenti intercorsi. Le difficoltà primarie: 1.la capacità di calcolare tante variabili; 2.la capacità di registrare le scelte degli utenti non facendo diventare la classifica lo specchio di una piccola community, ma uno standard più diffuso (anche se la fotografia fosse fedele, si rischia di fotografare un panorama troppo ristretto); 3.far capire il funzionamento, perchè più è complesso e meno è trasparente, dunque meno viene adottato, capito e condiviso (il che ne determina a priori l’inutilità); 4.io stesso trovo varie cose da contestare al mio stesso metodo.
Così facendo ne uscirebbe un qualcosa con un suo significato. Lo stesso traballante, lo stesso opinabile, ma così facendo avrebbe almeno un senso compiuto. Ora come ora il lavoro mi pare incompiuto, un’idea lasciata a metà, oltretutto con un sistema più aperto alle critiche che non ai successi.
Passo e chiudo. Questo post entrerà nel dimenticatoio in fretta perchè non cita blogger, non scaglia macigni contro nessuno, è troppo lungo per essere letto d’un fiato e non è firmato da nessuno che abbia la B maiuscola di Blogger. Meglio così. La coscienza almeno è a posto e ho liberato un posto nel cranio per altri vaneggiamenti. Se non altro, nella difficoltà della cosa, spiego perchè non credo (anzi: francamente, bonariamente ignoro) le classifiche. Anche se ammetto sarebbe bello e stimolante averne qualcuna a cui credere. Fa parte dell’umana razza mettersi in fila e dire “io sono più… di te”.