Un organismo cibernetico composto da una lega polimetallico-mimetica in grado di assumere velocemente la forma di una persona o di un oggetto di massa analoga. Chi ha visto il film Terminator 2, riconoscerà sicuramente in questa definizione il T-1000, il nemico principale del T-800, interpretato da Arnold Schwarzenegger. Forse un giorno sarà possibile costruire un robot personale, utilizzando la stampa 3D e le tecniche della North Carolina University che permettono di realizzare una struttura composta da metallo liquido.
La stampa 3D è ormai una tecnologia alla portata di tutti, dato che negli Stati Uniti è possibile acquistare una stampante con meno di 1.000 dollari. In questo caso, il materiale utilizzato è la plastica. I ricercatori statunitensi hanno invece usato un metallo liquido, in particolare una lega di gallio e indio che, a contatto con l’aria, si indurisce e conserva la sua forma a temperatura ambiente. In pratica l’ossigeno svolge la funzione di “pelle”.
Per raggiungere il risultato finale sono state impiegate diverse tecniche che permetterebbero di collegare componenti elettronici in tre dimensioni.
Una delle tecniche prevede la costruzione della struttura 3D sovrapponendo una sull’altra microscopiche gocce di metallo liquido. Le gocce aderiscono tra loro, ma conservano la forma originaria, senza fondersi in una goccia più grande. Un’altra tecnica inietta le gocce in un guscio di plastica che possiede una forma specifica. In seguito, il polimero viene eliminato e la struttura conserva la forma desiderata. Allo stesso modo sono stati creati fili di metallo liquido che potrebbero essere integrati nei circuiti elettronici. Questo metallo liquido può quindi sostituire la plastica nelle stampanti 3D. Ciò però non accadrà molto presto, in quanto il nuovo “inchiostro” costa 100 volte in più.