Uno spettro si aggira per Facebook e tutta la blogosfera italiana: il terremoto dell’11 maggio. Entrati nell’ultima settimana prima della fatidica data, sta impazzando una psicosi sulla presunta previsione attribuita allo studioso Raffaele Bendandi su un terribile sisma che dovrebbe radere il suolo nientemeno che la Capitale.
Tra ironie e passaparola, la profezia ha assunto una dimensione che non si può più ignorare. Forse trascinata dal terribile tsunami giapponese, o forse per la passione degli abitanti dei social network per le controteorie e i complotti (come nel recente caso della morte di Osama), fatto sta che si stanno moltiplicando le pagine dedicate a questa ipotetica fine del mondo dalle parti del Colosseo.
La pagina originaria è quella che ha raccolto più consensi e ha un nome che non lascia adito a interpretazioni: 11 maggio terremoto a Roma, con il segno della croce a suggello. Un migliaio di “mi piace” e molti post in bacheca, tra battute e qualche ansia. Ma basta fare una piccola ricerca per scoprire le molte pagine dedicate alla previsione.
Dunque che fare, in attesa della giornata in cui sparirà la città eterna? Sperare che Google faccia in tempo prima a scansionarla tutta? C’è qualcuno che ci scherza su e invita a orge finali o bevute collettive, per esorcizzare la paura. Chi invece analizza la questione quasi scientificamente, citando un “lievissimo sciame sismico dalle parti di Frosinone, che andrebbe tenuto d’occhio”.
Anche se a prevalere è lo scetticismo, chi se ne intende davvero ha voluto dipanare ogni dubbio per evitare il parossismo di certi fenomeni e forse un allarmismo diffuso, visto che a Roma sono stati visti anche finti volantini della Protezione Civile in cui si invitava la popolazione ad abbandanare le case entro l’11 maggio.
Ad esempio, l’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia ha organizzato un open day intitolato “Chi ha paura del terremoto?“. Data prevista? Indovinato: 11 maggio. Luogo? Roma. Se non è fiducia questa.