Tesla Powerwall è forse una delle creature del gruppo che più ricordano l’ambizione, il coraggio e la capacità innovativa dell’inventore Nikola Tesla (da cui deriva il nome del gruppo). Il nuovo annuncio è infatti un tassello mancante fortemente preannunciato, che il CEO e fondatore Elon Musk lancia oggi sul mercato senza alcuna falsa modestia. Il tentativo è infatti quello di scardinare un sistema che, a livello internazionale, genera pesantissimi diseconomie nella distribuzione energetica alle abitazioni, promettendo maggior efficienza di sistema e forti risparmi per i privati.
Tesla is not just an automotive company, it’s an energy innovation compan
Powerwall è l’elemento che completa l’ambizione dell’uomo al fine di arrivare ad una sorta di autonomia energetica rispetto a qualsivoglia rete, utilizzando queste ultime non come fonte irrinunciabile, ma come mero compendio alla propria produzione individuale. Il fotovoltaico produce, l’accumulatore conserva, i consumi intelligenti fanno il resto.
Powerwall, batteria per la casa
A scanso di equivoci: Powerwall non è la prima, né l’unica, soluzione del suo genere. Trattasi infatti di un accumulatore in grado di alimentare l’abitazione al pari di quanto fatto da altre aziende, ma nel caso di Tesla sono molti gli elementi che lasciano ipotizzare la possibilità di poter finalmente sfondare in un mercato rimasto fino ad oggi relegato a mero discorso di nicchia. Il problema delle attuali batterie era infatti tanto nella scarsa capacità, quanto nel costo eccessivo: inutile investire denaro in un accumulatore, insomma, quando i dati spiegano chiaramente che non se ne sarebbe potuto trarre alcun vantaggio di lungo periodo. La situazione attuale è ferma a questo mero calcolo di opportunità: troppo alti i costi iniziali per motivare la scelta di un accumulatore.
Powerwall gioca invece due carte estremamente importanti: garantisce un ciclo di vita molto lungo e costa relativamente poco rispetto alla concorrenza. Ciò mette il prodotto nelle condizioni di risultare molto più appetibile, ricavandosi anche le luci della ribalta in un mercato “green” che ha assoluta necessità di un’offerta di questo tipo su larga scala. Non è difficile infatti notare come il successo di Powerwall potrebbe rappresentare anche un trampolino per tutte quelle forme di energia alternativa (dal fotovoltaico a mini-eolico) che possano consentire una produzione di energia da fonti naturali, a costo zero e con impatto ambientale nullo.
Come funziona
Powerwall, semplificando, è una batteria. E come ogni batteria ricaricabile, è in grado di accumulare energia, archiviarla e quindi rilasciarla in caso di necessità. Chi già utilizza impianti fotovoltaici monitorando produzione e consumo lungo l’arco della giornata, ben sa quanto i picchi di consumo non corrispondano con i picchi di produzione: le operazioni principali vengono solitamente svolte al mattino e alla sera, mentre la massima produzione da fotovoltaico avviene nelle ore centrali della giornata. Avere a disposizione una batteria in grado di ricaricarsi nelle ore di maggior produzione e minor consumo, significa avere a disposizione una batteria in grado di fornire energia nelle ore di maggior consumo e minor produzione.
Tesla Powerwall è quindi in grado di accumulare energia elettrica grazie al sole (tramite una produzione fotovoltaica), per poi rilasciarla nelle ore in cui sarebbe invece necessario acquistarla dalla rete tradizionale. L’obiettivo ultimo è quello di acquistare sempre meno energia, consentendo così un risparmio immediato sulla bolletta tale da ripagare in breve tempo l’investimento sull’accumulatore. Da parte sua Tesla garantisce circa 10 anni di ricariche, tali da compensare ampiamente l’investimento iniziale da 3500 dollari per 7KWh di energia (o 4000 dollari per 10 KWh). Le batterie possono anche essere installate in più unità, coprendo così ampiamente qualsivoglia esigenza.
Il tutto con un vantaggio ulteriore, da non sottovalutare: possedere un accumulatore in grado di fornire elettricità in caso di bisogno significa anche coprire eventuali mancanze della rete, evitando improvvisi black-out o garantendo un flusso molto più costante migliorando la durata degli elettrodomestici. Trattasi di due aspetti spesso sottovalutati, ma in grado di fare la differenza nelle valutazioni nei momenti di difficoltà.
Powerwall, natura rivoluzionaria
Se Tesla riuscisse nel proprio intento, andrebbe a creare una forte rottura sul mercato. Se ogni abitazione avesse la possibilità (nel solco di un investimento in economia) di rendersi energeticamente autonoma, il consumo di energia elettrica diminuirebbe fortemente. Andare ad intaccare la rete che più di ogni altra si nutre di nucleare e carburanti fossili significa non soltanto promettere una svolta ecologica alla produzione elettrica, ma significa anche distogliere responsabilità a reti che faticano a fornire energia a sufficienza nei giorni e negli orari di maggior richiesta.
Prima di parlare di vera svolta ecologica occorre analizzare però più a fondo la natura dell’accumulatore: un dispositivo da 100Kg agli ioni di Litio, infatti, necessita in ogni caso di essere smaltito una volta terminato il proprio ciclo di vita, e deve altresì dimostrare la propria sicurezza in caso di corto circuito o surriscaldamento. Questi, infatti, sono stati finora i principali argomenti a frenare gli accumulatori oltre alla questione del prezzo, elemento che nel caso di Tesla sembra invece messo da parte.
Una cosa certa è il fatto che gli utilizzatori di fotovoltaico con finalità di autoconsumo non potranno che guardare con interesse estremo alla novità: non solo Tesla Powerwall consente di ottimizzare la gestione dell’energia prodotta (evitando di venderla sottocosto alle reti di distribuzione pubblica), ma permette altresì di sfruttare gli elettrodomestici con maggior libertà, senza vincolarsi agli orari di maggior produzione o alle bizze del meteo.
Tesla Powerwall arriverà ufficialmente sul mercato a partire dalla prossima estate. Per la sua installazione sarà necessario rivolgersi a elettricisti professionisti.