Una persona che soffre di diabete tipo 1 è costretta ad effettuare il test della glicemia più volte al giorno, fino a sei, per monitorare il livello di zuccheri nel sangue. Ad oggi il metodo più utilizzato è quello che consiste in una piccola puntura sulla superficie della falangetta, necessaria per provocare la fuoriuscita del liquido da analizzare. La tecnologia sembra poter venire in aiuto del pazienti diabetici, offrendo più di una soluzione potenzialmente in grado di migliorarne la qualità della vita.
Un team di ricercatori della Cardiff University’s School of Engineering ha messo a punto un sistema non invasivo e del tutto indolore, che impiega microonde per l’analisi. Solo la prima volta, per effettuare la calibrazione, è necessaria una piccola puntura. Si tratta di un dispositivo da applicare alla pelle attraverso un adesivo, dal ciclo vitae molto lungo poiché non contiene alcuna sostanza chimica. Il quantitativo di microonde emesso è molto contenuto e in nessun modo nocivo per la salute: secondo il prof. Adrian Porch, responsabile del progetto, è un livello migliaia di volte inferiore rispetto alle emissioni di un normale smartphone.
Il nostro device non è invasivo, non richiede l’estrazione di sangue tranne che per la calibrazione iniziale.
La prima fase di test, condotta su 50 volontari presso la Swansea University College of Medicine, ha restituito un esito positivo, ma serviranno fino a cinque anni prima di poter assistere alla commercializzazione.
Anche Google ha messo in campo iniziative finalizzate a semplificare il test della glicemia, utilizzando però un approccio differente. Il team di Verily, divisione della parent company Alphabet, sta studiando (in collaborazione con Novartis) delle lenti a contatto equipaggiate con sensori in grado di rilevare il livello di zuccheri dal film lacrimale. In questo caso, le tempistiche per l’esordio parlano di un lancio entro il 2019.