Tex Willer esce dal fumetto, passa per l’illecito e finisce in prigione: con una azione delle Fiamme Gialle, infatti, è stato tratto in arresto l’uomo napoletano che online si faceva chiamare come il noto eroe del Far West e che con la propria azione pirata aveva attirato le attenzioni degli utenti e delle autorità italiane. A fine 2011 erano stati chiusi dalle autorità 5 dei suoi siti, tutti riferimenti molto noti agli “scaricatori” illegali attivi nel nostro paese:
- italianshare.net
- musicshare.italiannetwork.net
- filmshare.italiannetwork.net
- uwp.italiannetwork.net
- italiansexy.net
La rete “ItalianShare” consentiva di accedere a film, videogiochi, serie tv e contenuti pornografici con varie modalità e nella piena violazione dei limiti imposti dal copyright.
“Tex Willer” non avrebbe macchiato la propria azione soltanto di pirateria, ma sarebbe bensì andato ben oltre, rivendendo le credenziali degli utenti iscritti ai propri servizi (fino a 300 mila unità secondo quanto comunicato dalla GdF) e sfruttando i dati in possesso anche per creare carte di credito da sfruttare per interessi propri (quali l’incasso illecito degli introiti legati al network ItalianShare). Ingenti anche le cifre legate all’azione di “Tex”, il quale avrebbe incassato fino a 580 mila euro, avrebbe emesso fatture per 100 mila euro nei confronti di aziende necessitanti evidentemente di spese da mettere a bilancio, avrebbe evaso 83 mila euro di IVA ed avrebbe infine smerciato materiale illegale per milioni di euro.
37 mila euro sarebbero stati incassati dalla sola semplice cessione non autorizzata dei recapiti a 6 imprese, elemento sul quale focalizza l’attenzione il Presidente FIMI, Enzo Mazza:
L’indagine sui flussi finanziari legati alla pirateria da parte della Guardia di Finanza, i risvolti sul commercio dei dati personali dei net-citizen che utilizzavano il sito, devono far riflettere sulla reale portata di questo fenomeno. Ci auguriamo ora una seria indagine anche contro le società che hanno comprato spazi pubblicitari sul sito, finanziando un’attività illegale di questo livello.
I reati contestati dalla Guardia di Finanza sono pertanto molti ed il 49enne dovrà ora rispondere del proprio operato con accuse molto pesanti e tra le quali la pirateria rappresenta soltanto uno dei numerosi tasselli costituenti il profilo delle accuse comminate.
I siti appartenenti al network “ITALIANSHARE” si presentavano come forum finalizzati alla raccolta, indicizzazione e diffusione di materiale tutelato, mediante diverse modalità che andavano dal download classico (link ai c.d. “cyberlockers”) alla fruizione in streaming di palinsesti e/o contenuti cinematografici/musicali, fino alla condivisione di collegamenti utili alle note piattaforme di p2p come “Torrent” (c.d. file .torrent) e “eMule” (c.d. link ED2K).
Successivamente alla chiusura dei siti web, operata anche attraverso la notifica agli Internet Service Providers di un decreto di sequestro preventivo disposto dal G.I.P. di Vallo della Lucania (SA) e la cui efficacia è stata confermata dal Tribunale del Riesame di Salerno, le indagini condotte dalla Guardia di Finanza hanno permesso di far emergere l’ingegnoso sistema messo in piedi da “Tex Willer”, che nel corso del 2011 aveva venduto a diverse imprese operanti nel settore pubblicitario il database di utenti iscritti ai siti pirata, mettendo a disposizione i dati forniti in sede di registrazione, l’email e gli indirizzi IP dei 300.000 utilizzatori del network illegale, senza aver preventivamente acquisito il loro consenso ed in violazione delle disposizioni previste a tutela della privacy.
Immediato il plauso della FAPAV, associazione che fin dalla prima ora ha collaborato con le autorità per riuscire a chiudere il cerchio attorno al responsabile: «La FAPAV si congratula con la Guardia di Finanza di Agropoli per l’eccellente lavoro svolto. È opportuno proseguire sulla strada intrapresa per contrastare il fenomeno della pirateria, dietro al quale, come dimostra il caso “ITALIANSHARE”, si celano ingenti proventi illeciti. Le cifre riportate dalla Guardia di Finanza di Agropoli sono allarmanti ed è importante che la società civile inizi a rendersi conto della reale entità della pirateria e del danno che causa all’economia del nostro paese».