A chi, durante la carriera, non è capitato, per un motivo o per un altro, di dover interrompere il vostro rapporto lavorativo con l’azienda.
Una volta giunta questa separazione dal nucleo aziendale, sorge il problema della cosiddetta liquidazione. In termini tecnici, stiamo parlando del Trattamento di Fine Rapporto Lavorativo (TFRL).
Potrebbe venire naturale pensare che il calcolo, essendo affidato all’azienda, non è un problema del lavoratore. Ma per ogni eventualità è meglio saperselo calcolare.
E allora, come si calcola il TFR? Innanzitutto è bene individuare la voce sulla quale viene effettuato il calcolo. Essa viene solitamente individuata come “Imponibile TFR” e deve includere tutte le somme ordinariamente corrisposte al lavoratore a titolo non occasionale, compreso l’equivalente delle prestazioni in natura.
Una volta individuata la quota utile per il calcolo, data dalla somma delle retribuzioni mensili, basta semplicemente dividerla per il numero fisso 13,5.
In questa maniera individueremo la somma di TFR dell’anno di riferimento. Come potete ben intendere, il calcolo andrà ripetuto annualmente, sommando e dividendo per il numero fisso tutte le retribuzioni mensili corrisposti. Le somme così accantonate vengono altresì rivalutate, di anno in anno, con l’applicazione di appositi indici ISTAT.
Una volta cessato il rapporto di lavoro, non resterà che attendere il versamento, da parte dell’azienda, della somma racimolata negli anni, alla quale vanno comunque applicate le tassazioni previste dalla legge.