Una nutrita schiera di scienziati e ricercatori è al lavoro per dare vita al computer più potente ed avanzato mai esistito, in grado di funzionare in modo simile al cervello umano. The Human Brain Project, questo il nome del progetto, già di per sé piuttosto esplicativo per comprenderne la finalità. L’iniziativa è stata svelata nel corso di una conferenza andata in scena in Svizzera nei giorni scorsi e coinvolge 135 istituzioni ed enti governativi, con 1,6 miliardi di dollari di investimento iniziale.
Il cervello dell’uomo rappresenta uno degli apparati più complessi tra quelli esistenti sul nostro pianeta. Da questo presupposto il team è partito per raggiungere uno scopo decisamente ambizioso: replicarne le potenzialità ricorrendo agli strumenti offerti dal mondo tecnologico. Il risultato potrebbe essere una macchina in grado di offrire una potenza di calcolo circa 1.000 volte superiore rispetto a quella dei supercomputer attualmente più veloci.
Gli step necessari a raggiungere l’obiettivo richiederanno un lasso di tempo notevole: i primi dieci anni saranno impiegati esclusivamente per comprendere meglio le dinamiche che regolano il funzionamento dell’organo che nell’uomo comanda il sistema nervoso centrale. Successivamente i ricercatori si concentreranno sugli studi necessari per capire i processi di apprendimento, pensiero ed elaborazione degli input sonori.
I costruttori di computer più conosciuti come IBM, Cray, Intel e Bull sono al lavoro per realizzare le prime macchine exascale entro il 2020. Per questo motivo siamo fiduciosi di poter avere a disposizione l’hardware di cui avremo bisogno.
Queste le parole di Henry Markram, direttore del progetto, la cui finalità principale è (come si legge sul sito ufficiale) quella di applicare nell’ambito del computing le sempre più avanzate conoscenze del cervello umano e del suo funzionamento. In termini concreti, una tecnologia come quella immaginata dai responsabili del Human Brain Project potrà tornare utile in futuro in ambito medico, ad esempio per curare patologie legate in primo luogo proprio al cervello. Una tale potenza di calcolo potrebbe inoltre essere impiegata per l’elaborazione di complessi modelli matematici e per simulazioni di ogni tipo, proprio come avviene oggi con alcuni dei supercomputer utilizzati dai team di ricerca di tutto il mondo.