La storia di Falcon, il bambino per cui tutta l’America è stata in apprensione la scorsa settimana poiché indicato in volo su di un pallone liberatosi nell’aria senza controllo, si è rivelata un falso. La famiglia ha creato ad arte l’intera storia, insegnando ai bambini come mentire ai media e producendo una vicenda tanto surreale quanto fasulla. Dirette tv, elicotteri che seguivano il pallone, forze dell’ordine dispiegate, un inseguimento di 80 Km in attesa che il pallone atterrasse e nella speranza che il bambino fosse salvo.
Tutto falso, tutta una messa in scena. Un reality show user generated.
Questa storia obbliga a pensare. E se ne ricava per forza una morale, una conclusione, un insegnamento. Però non so esattamente quale. Perchè la logica si perde nello sconcerto di una vicenda che ha totalmente confuso “reality” e “show”, come sempre più spesso succede in tv, su YouTube e nella vita di tutti i giorni.
La fotografia aggiornata della società mediata è in quel pallone che vola, è nel volto dei bambini che mentono, è nella confessione di una madre che con premeditazione ha creato un mondo falso attorno ai propri figli nella speranza che quello vero sarebbe stato migliore.
Da tutto ciò una morale la si può certamente ricavare, ma ognuno la deve coltivare in sé. Possibilmente in silenzio. Perchè the show must go on.