32.000 processori Xeon e 48.000 coprocessori Xeon Phi per Tianhe-2, il nuovo supercomputer più potente al mondo, capace di gestire un quadrilione di calcoli matematici al secondo (33,85 petaFLOPS). Un cervello digitale messo a punto in Cina dalla National University of Defense Technology, in grado di lasciarsi alle spalle il progetto americano Titan (17,59 petaFLOPS) dell’Oak Ridge National Laboratory, raddoppiandone in termini numerici le performance. L’annuncio arriva dalla Supercomputing Conference che ha preso il via oggi a Lipsia, in Germania.
L’attività di Tianhe-2, chiamato anche Milky Way-2, prenderà il via entro la fine dell’anno quando sarà portato a termine il lavoro da parte del National Supercomputer Center di Guangzho, con due anni di anticipo rispetto a quanto previsto. Il cuore pulsante dell’elaboratore è costituito da 3.120.000 core, forniti da Intel secondo quanto dichiarato da Jack Dongarra di Top 500. A fianco delle migliaia di CPU anche 1 PB di memoria, che a conti fatti corrisponde a quella equipaggiata da circa 12.500 normali PC. Il tutto è gestito dal sistema operativo Kylin basato su Linux e richiede 17,8 MW per il funzionamento.
Un mostro di potenza le cui specifiche sembrano confermare ancora una volta la legge di Moore, che potrà essere impiegato per scopi ben differenti da quelli di un tradizionale personal computer. Elaboratori di questo tipo vengono solitamente impiegati simulazioni di complessi modelli matematici negli ambiti più svariati: dallo studio dei cambiamenti climatici a meteo, dalle analisi molecolari a quelle fisiche, fino alla crittoanalisi. Le agenzie governative di tutto il mondo utilizzano calcolatori di questo tipo ormai da molto tempo e anche i grandi gruppi industriali hanno iniziato a fare lo stesso da qualche anno, per gestire importanti volumi di dati ed effettuare previsioni.
Gli USA sono dunque stati soppiantati al vertice della Top 500, ma detengono ancora la maggior parte dei supercomputer presenti nella classifica (253). Dalle statistiche rese note emerge anche che l’80% delle macchine prese in considerazione utilizza processori Intel, il 67% integra CPU con otto o più core e in un solo anno la potenza di calcolo minima dei sistemi esaminati è passata da 76,5 a 96,6 teraFLOPS.