ShinyHunters, un gruppo hacker non nuovo ad episodi del genere, ha colpito Ticketmaster, gigante americano della vendita di biglietti per eventi come concerti e spettacoli di vario tipo. Bottino ingente, bello grosso: sottratti i dati, praticamente completi, di ben 560 milioni di utenti. Non è un periodo fortunato per Ticketmaster: dopo le accuse di concorrenza sleale e monopolio mosse da diverse parti, la scorsa settimana è arrivata la mazzata finale: il Dipartimento di Giustizia americano ha intentato una denuncia formale contro il colosso dei concerti.
Un immenso database di 1,3 terabyte, contenente i dati dettagliati di oltre 560 milioni di persone, è stato reso pubblico da ShinyHunters. I dati trapelati includono informazioni sensibili come indirizzi completi, nomi e cognomi, cronologia degli acquisti di biglietti, dettagli sugli eventi frequentati e persino informazioni parziali sui metodi di pagamento utilizzati. Una falla di sicurezza gigantesca. ShinyHunters, gruppo attivo dal 2020, ha già collezionato quasi 50 violazioni di dati, confermate o fortemente sospettate, con bersagli di alto profilo come Microsoft e AT&T.
Al momento ne Ticketmaster, ne la sua proprietaria Live Nation Entertainment hanno rilasciato dichiarazioni ufficiali in merito. Bocche cucite sia sui social che lato comunicati stampa. L’attacco a Ticketmaster non è qualcosa di eccezionale, un evento isolato per l’azienda americana. In passato, Ticketmaster subì pesanti interferenze da parte di bot esterni e, per non farsi mancare nulla, venne anche accusata di cyberspionaggio dalla concorrente Songkick.