Madonna, Rihanna, Nicki Minaj, Kanye West, Alicia Keys e, ovviamente, Beyoncé: sono solo alcuni dei nomi degli artisti che hanno deciso di unirsi a TIDAL, la nuova piattaforma di musica in streaming di Jay Z. E saranno tutti co-proprietari del servizio, per un progetto che si propone di rimettere il musicista al centro della trattativa musicale. Eppure, mentre ieri il rinnovato software veniva presentato ai media, la risposta del pubblico è tiepida: basta scorrere Twitter per scoprire come vi sia generale consenso fra gli utenti, poiché i costi d’abbonamento sarebbero troppo elevati.
È stata una giornata importante, da alcuni addirittura definita storica, quella che ha riunito ieri decine di artisti internazionali in quel di New York, per il lancio della rinnovata piattaforma TIDAL. Il servizio di streaming scandinavo, acquisito di recente da Jay Z con una transazione che pare abbia superato i 50 milioni di dollari, si propone di “cambiare per sempre il corso della storia della musica”, proponendo un ambiente d’ascolto che sia più proficuo per gli artisti rispetto alla concorrenza. A partire dalle modalità di associazione: le popstar prescelte, infatti, saranno co-proprietarie del servizio, quindi potranno guadagnare una fetta diretta di quanto raccolto.
Da Chris Martin ai Daft Punk, da Usher ad alcuni componenti degli Arcade Fire: non è mancato davvero nessuno all’incontro di presentazione presso la Moynihan Station di Manhattan. Inaugurato come “la prima piattaforma di intrattenimento musicale globale posseduta dagli artisti”, la proposta digitale si presenta al pubblico in tre modalità: una breve trial mensile e due abbonamenti, il primo da 9.90 dollari mensili comprensivo di musica illimitata e video in qualità standard, il secondo da 19.90 dollari con brani e video di alta qualità. Per gli artisti un doppio sistema di royalties: normale per il primo tariffario, raddoppiato per il secondo.
Seppur l’intento di riportare al centro l’artista sia del tutto lodevole, forse un tentativo di superare le polemiche che negli anni hanno coinvolto le piattaforme di streaming, al momento il pubblico non sembra essere particolarmente stupito dal progetto. Gli utenti stanno inondando i social network di messaggi, in particolare su Twitter, dove vi sarebbe un accordo abbastanza unanime sulle tariffe. Quasi 20 dollari al mese per la riproduzione in alta qualità, infatti, sarebbero ben più elevati della media di mercato: il rivale Spotify, pur non proponendo video e non sempre contenuti esclusivamente confezionati per la piattaforma, offre contemporaneamente sia uno streaming gratuito che un abbonamento di alta qualità alla metà delle tariffe del neonato servizio. Riuscirà Jay Z, di conseguenza, a convincere i fan a mettere mano al portafoglio?