I fatti sono questi: qualcuno ha iniziato a filmarsi mentre ingoia capsule di detersivo, pubblicando poi il video in Rete, lanciando così una delle più assurde e incomprensibili sfide che il mondo online ricordi. La Tide Pod Challenge è stata in un primo momento etichettata come fake, trasformandosi poi in qualcosa di vero, reale, concreto ed estremamente pericoloso, complice forse anche il tam tam mediatico e la viralità della notizia.
Una vicenda i cui connotati richiamano alla mente quelli della Blue Whale Challenge balzata agli onori della cronaca lo scorso anno, frutto di un mix nocivo tra disinformazione e misinformazione. Stavolta però è purtroppo tutto vero. Stabilire chi abbia dato il via alla catena e per quale motivo è impresa ardua, ma il rischio è tangibile e richiede misure immediate. C’è il pericolo di emulazione, bisogna in ogni modo possibile evitare che qualcuno sottovaluti l’entità dell’insidia mettendo a repentaglio la propria vita e quella altrui. Così si spiega l’intervento di YouTube, attuato mediante l’immediata cancellazione dei video relativi a questa folle pratica.
Le linee guida della community di YouTube proibiscono contenuti che intendono incoraggiare attività pericolose con conseguenti rischi o danni fisici. Siamo al lavoro per rimuovere rapidamente i video segnalati che violano le nostre policy.
A conferma di come la Tide Pod Challenge sia arrivata in pochi giorni a costituire un fenomeno preoccupante anche la posizione assunta da Procter & Gamble, gruppo industriale statunitense che controlla il marchio Tide. Questo il tweet.
What should Tide PODs be used for? DOING LAUNDRY. Nothing else.
Eating a Tide POD is a BAD IDEA, and we asked our friend @robgronkowski to help explain. pic.twitter.com/0JnFdhnsWZ
— Tide (@tide) January 12, 2018
Gli fa eco la Consumer Product Safety Commission, agenzia indipendente del governo americano.
Early post for all the teachers out there. Let the kids know: Laundry pods are not a snack. The likes and views aren’t worth eating poison #teacherlife pic.twitter.com/pNcmi9Fauh
— US Consumer Product Safety Commission (@USCPSC) January 17, 2018
Lo stesso messaggio è diffuso anche da molti centri antiveleni d’oltreoceano.
Laundry pods are no joke. They may look like candy, but ingesting them can cause anything from mild stomach-ache to extreme breathing problems. *Please share for awareness*https://t.co/Jn4L0P64Pe pic.twitter.com/QbS8IQR5j8
— Missouri Poison Center (@mopoisoncenter) January 12, 2018
Stando ai dati diffusi dalla AAPCC (American Association of Poison Control Centers) sarebbero 39 i casi accertati di teenager responsabili di aver ingerito capsule di detersivo nella prima metà del mese, a livello internazionale. Un numero elevato se si considera che in tutto il 2017, dunque prima che questa assurda sfida prendesse il via, ci si era fermati a 53, mentre nel 2016 a 39. Un’emergenza da affrontare anche con gli stessi strumenti che l’hanno generata, quelli social, veicolando un messaggio efficace per far comprendere quanto la pratica sia folle e rischiosa.