TikTok ci ha abituato nel corso degli anni a challenge a dir poco singolare, ma ce n’è stata una che ha fatto discutere inevitabilmente più di altre: quella dedicata all’olocausto. Si tratta di un tema molto attuale, purtroppo, che ha costretto anche Facebook a rivedere il proprio regolamento per via dei troppi post che negli ultimi tempi hanno provato a negare il genocidio degli ebrei. Tornando alla challenge a tema su Tiktok, contrariamente ad altre che si sono rivelate pericolose per la salute degli utenti, al pari di altre iniziative social generiche, questa sull’olocausto è devastante dal punto di vista sociale. Soprattutto le nuove generazioni, infatti, non hanno coscienza precisa di cosa sia accaduto nei campi di sterminio ed è anche per questo che la challenge ha avuto così tanto successo.
Challenge a tema olocausto: perché è diventata famosa
Chi ha accettato di prendere parte alla #HolocaustChallenge, ha utilizzato un pigiama a righe o dei vestiti vecchi e logori per riprodurre anche tramite il trucco ferite e segni di denutrizione tipici di chi ha subito le angherie dei tedeschi (ma non solo) nei campi di concentramento. L’obiettivo, insomma, era quello di prendere spunto dalle foto dei deportati che si possono reperire facilmente anche sul Web per dare il via ad una recita dopo aver impostato il filtro in bianco e nero.
Nei brevi video di quindici secondi, ciascun utente di TikTok ha raccontato la storia del proprio personaggio, condendo tutto con sottofondo musicale, didascalie, filtri e quant’altro. Qualcuno l’ha definita un recital dell’Olocausto, che ha consentito da un lato di far conoscere storie di deportazione, torture, abusi e separazioni, ma dall’altro ci sono stati anche tantissimi video derisori e altri addirittura negazionisti. Inevitabile, dunque, che rispetto ad altre challenge precedenti, quella sull’olocausto che ha impazzato nell’estate del 2020 abbia attirato le attenzioni della stampa internazionale, ma anche quelle della comunità ebraica.
TikTok e i filtri contro i negazionisti
TikTok ha così bloccato l’hashtag #HolocaustChallenge rimandando le ricerche alle policy della piattaforma, ma sono ancora presenti tanti video, poiché non sono stati bannati gli altri hashtag #olocausto e #holocaust. Il negazionismo o il sarcasmo nei confronti degli ebrei sono tutt’ora presenti su TikTok, così come su altre piattaforme social. Per rendersene conto, basta effettuare una ricerca con la parola chiave “ebrei” per incappare in hashtag del tipo #poveriebrei o #ebreialforno che hanno migliaia e migliaia di visualizzazioni. La conferma che purtroppo si dovrebbe parlare di più del genocidio degli ebrei soprattutto alle loro generazioni, magari promuovendo visite più frequenti presso i campi di sterminio.