La “guerra” politica e commerciale tra l’Amministrazione Trump e le principali aziende tech cinesi non accenna a placarsi. Anzi, in questi giorni torna a far parlare di sé in particolare per la vicenda legata al ban delle popolari piattaforme social WeChat e, soprattutto, TikTok.
Secondo quanto sostenuto dagli avvocati del Governo statunitense nell’ambito della controversia legale che lo vede contrapporsi ai gestori della popolare applicazione social, il Presidente americano Donald Trump ha il diritto di bloccare TikTok negli Stati Uniti.
Anzi, sempre secondo gli avvocati, al capo della Casa Bianca non dovrebbe essere impedito in generale di porre un freno alle minacce alla sicurezza nazionale, e di porre delle regole in proposito, solo perché “un avversario straniero nasconde le sue attività all’interno di una media company”.
La vicenda
A settembre di quest’anno il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti aveva ratificato il ban delle app di TikTok e WeChat dal Paese per il 20 settembre, in base all’ordine esecutivo firmato dal Presidente Donald Trump il 6 agosto precedente. Di fatto, veniva sancito lo stop alla distribuzione e all’aggiornamento delle app, e alle soluzioni di rete necessarie per il loro funzionamento.
Questo in quanto, secondo Washington, le applicazioni in questione sarebbero in grado di rubare e raccogliere dati per controllare utenti e clienti. Ma all’ultimo momento TikTok era riuscita ad evitare l’attuazione completa del provvedimento, almeno nella parte in cui quest’ultimo vietava il download delle app, grazie alla richiesta di un provvedimento sospensivo di urgenza accolta dalla Corte Distrettuale della Columbia.
Un autunno caldo
Fino a oggi, quando la vicenda si è arricchita di un nuovo capitolo. E mentre il 12 novembre è alle porte, data in cui dovrebbero entrare in vigore ulteriori misure restrittive legate in particolar modo al codice dell’app e all’utilizzo dei servizi back-end necessari al funzionamento di TikTok negli Stati Uniti, la vicenda pare lontana da una chiusura.
Anche perché ByteDance, l’azienda proprietaria dei due social, sembra poco propensa a riprendere e accettare l’ipotesi di accordo con Oracle e Walmart, nonostante questa soluzione troverebbe l’approvazione dell’amministrazione Trump e consentirebbe di evitare definitivamente l’espulsione.