Sir Tim Berners-Lee, inventore del World Wide Web, si è espresso chiaramente in favore della rimozione dei sistemi atti a monitorare l’attività degli utenti all’interno della grande rete. Le parole
di Berners-Lee sono giunte in seguito agli accordi siglati da parte di alcuni ISP con Phorm, compagnia che offre annunci pubblicitari basati sull’attività online degli utenti.
Il padre del Web considera i fornitori di accesso a Internet al pari di tutte le altre compagnie che forniscono servizi: «ritengo sia molto importante che il mio ISP fornisca l’accesso ad Internet alla mia casa allo stesso modo di un’altra compagnia che porta l’acqua», ha dichiarato Berners-Lee. Semmai, i pubblicitari dovrebbero pagare i clienti, non gli ISP, nel caso desiderino veramente avere accesso alla storia delle ricerche effettuate: «è mia, non la potete avere. Se la volete usare per qualcosa allora dovreste negoziare con me», ha dichiarato Berners-Lee rivolgendosi agli ISP. «Devo essere d’accordo, devo capire cosa ottengo come ritorno».
La questione rimane comunque delicata e Phorm ha dichiarato di offrire benefici per la sicurezza in cambio dei dati catturati. La compagnia è infatti convinta che il sistema adottato possa essere in grado di avvisare gli utenti della presenza di siti potenzialmente pericolosi ed in grado di carpire i loro dati personali.
Berners-Lee ha inoltre colto l’occasione per avvertire i più giovani sulle conseguenze per la loro privacy che possono scaturire dall’inserimento dei propri dati personali all’interno dei portali di social networking quali Facebook e MySpace: «immaginate che tutto ciò che scrivete sia letto dalle persone che contattate per il vostro primo lavoro. Immaginate che tutto verrà visto dai vostri genitori, dai vostri nonni, così come dai vostri nipoti».