Se tornasse indietro non lo rifarebbe. Se tornasse indietro, ripenserebbe alla formula completa. Se tornasse indietro, svilupperebbe un’altra logica. Con i “se”, però, non si è fatta la Rete. La si è fatta invece con gli “slash”. Ciò nonostante, Tim Berners-Lee ad anni di distanza dalla propria invenzione torna sulle proprie idee ed ammette: il doppio slash è una cosa effettivamente inutile.
Acca ti ti pi, due punti, slash slash. Codice mefistofelico per chi approccia per la prima volta la Rete, suono ritmico per chi la Rete la respira ogni giorno. Quella formula è alla base del World Wide Web poiché identifica l’inizio di un indirizzo distinguendo il percorso di un file sul pc da un “Uniform Resource Locator” (url) presente online. Ed è una formula in auge fin dalla prima ora, profondamente connaturata alla natura stessa del Web e cerimonia di iniziazione per chi intende entrare nel mondo parallelo della rete. Ma è una formula che, per stessa ammissione del suo autore, andrebbe oggi rivista poiché condita di elementi con tutta evidenza inutili.
Non solo inutile, addirittura dannosa: occupa spazio e tempo, costringe le dita ad un doppio click ripetuto per migliaia di volte, per miliardi di utenti. Tim Berners-Lee ha affidato la propria confessione ai microfoni in occasione di un symposium sul futuro delle tecnologie della rete, spiegando che ai tempi la cosa sembrava essere una buona idea poiché identificava la fine della formula e l’inizio del percorso del file: una separazione forte, simbolica ed evidenziata a livello di stringa.
Il tutto nasceva dalle convenzioni del tempo, dall’uso degli “slash” nei codici e nella programmazione. La convenzione, però, esprime la propria utilità esclusivamente all’interno del mondo in cui nasce e del suo codice comunicativo, diventando invece orpello ingombrante tanto nella scrittura quanto nello spelling quando giunge nella comune realtà. Il mea culpa di Tim Berners-Lee verrà accolto ed accettato, ma l’intera comunità che vive sul Web non ha sicuramente troppo da obiettare a colui il quale, grazie alla propria idea, ha dato il via alla più grande rivoluzione che i mezzi di comunicazione hanno mai sperimentato.
Tim Berners-Lee scherza sul proprio mea culpa al minuto 3.20 del video (è disponibile anche una trascrizione dell’intervento completo). Ma l’intervista affronta anche altri argomenti di tutto interesse quale ad esempio il rapporto tra i Governi e la Rete e l’importanza dell’apertura delle informazioni per la disponibilità universale e trasparente delle stesse.
Il Web, secondo il punto di vista del suo creatore, può e deve ancora crescere e maturare molto. Nonostante il doppio slash.