Se le scelte ambientali di Apple non sono gradite, alcuni investitori è meglio che vendano le loro azioni. Non le ha mandate di certo a dire Tim Cook lo scorso weekend, in un botta e risposta con gli azionisti di Cupertino. Nodo della discordia una proposta avanzata dal National Center for Public Policy Research, convinto che la Mela stia perseguendo degli obiettivi sociali e ambientali senza tenere adeguatamente in considerazione il profitto.
Non è affatto un segreto: Apple ha deciso di diventare una realtà sempre più green e, da oltre un lustro, Tim Cook preme il piede sull’acceleratore in questa direzione. Non solo tutti i data center del gruppo sono ora alimentati da fonti rinnovabili, ma presto l’energia verde farà la sua entrata trionfale in tutte le attività del targate mela morsicata. Nel mentre, Cupertino si è impegnata formalmente a evitare l’acquisto di tantalio – un metallo indispensabile per l’elettronica – dalle zone di guerra del mondo, come il Congo.
Il National Center For Public Policy Research, un azionista Apple, ha però sollevato qualche dubbio su questa svolta green, tanto da avanzare una proposta ufficiale di controllo, monitoraggio e forse limitazione delle politiche di sostenibilità volute dalla dirigenza californiana.
«Chiediamo alla compagnia di essere trasparente sulla sua partecipazione in gruppi d’affari e organizzazioni che stanno attivamente promuovendo l’ambientalismo, anziché lavorare per migliorare un ritorno per l’azionista.»
In buona sostanza, il NCFPR – un rappresentante conservatore fra gli azionisti Apple – poco gradirebbe gli impeti green di Cupertino, perché questi porterebbero a un basso ritorno economico per gli investitori, evidentemente più interessati al denaro che al rispetto dell’ambiente. Tanto è bastato per irritare Cook, pronto a rispondere per le rime:
«Se volete che io faccia delle cose solo per il ROI [ritorno d’investimento, ndr], dovreste vendere le vostre azioni. […] Quando lavoriamo per rendere i nostri dispositivi accessibili ai non vedenti, non considero nemmeno il maledetto ROI. Lo stesso per le questioni ambientali, la sicurezza dei lavoratori e tutti gli altri settori in cui Apple è leader.»
Insomma, Cook lo sostiene da anni ormai: la responsabilità sociale di un’azienda è un obiettivo importante tanto quanto il profitto. Per questo Apple ha deciso di impegnarsi attivamente per il rispetto dei diritti dei lavoratori – anche fra i fornitori asiatici – e per il raggiungimento di elevati standard umani e ambientali, a cui si sono aggiunte recentemente le attività di pressione sulla politica per il riconoscimento della comunità LGBT e delle minoranze etniche. Se ad alcuni investitori queste strategie responsabili non dovessero andare a genio, pare proprio che il CEO saprà come accompagnarli alla porta.