La presentazione dei risultati fiscali del Q1 2019, con la conferma di un rallentamento per la linea iPhone nell’ultimo trimestre natalizio, potrebbe aver convinto Apple a rivedere la propria politica dei prezzi. È lo stesso Tim Cook a confermarlo, nel corso di una breve intervista per Reuters: la società starebbe pensando a una riduzione di prezzo per i suoi smartphone. Non in tutti i Paesi in cui l’azienda di Cupertino opera, bensì in alcuni mercati selezionati.
Dato il calo della linea iPhone, così come da guidance modificata al ribasso qualche settimana fa dalla stessa Apple, Tim Cook ha riconosciuto l’elemento prezzo come uno dei tanti fattori che potrebbe aver influenzato la domanda. Secondo il CEO, i listini di modelli come iPhone XS, iPhone XS Max e iPhone XR non hanno avuto un grande peso negli Stati Uniti, dove la differenza rispetto alle edizioni precedenti è esigua, ma in altre nazioni potrebbero aver rappresentato un ostacolo per i consumatori.
Colpa del dollaro forte, spiega la guida della società di Apple Park, soprattutto in quei Paesi dove il cambio risulta particolarmente sfavorevole. Per questa ragione, il gruppo starebbe pensando a una modifica dei listini in alcuni mercati selezionati:
Quando si osservano le valute estere, in particolare quei mercati che si sono indeboliti nell’ultimo anno, gli incrementi dei prezzi di iPhone hanno pesato di più. Di conseguenza, entrati nel mese di gennaio, abbiamo valutato le condizioni macroeconomiche in alcuni di questi mercati e abbiamo deciso di commisurare i prezzi locali a quanto si attestavano lo scorso anno, nella speranza di aiutare le vendite in queste aree.
Al momento, Cook non ha comunicato quali siano le nazioni che potranno approfittare di prezzi calmierati per la linea iPhone, anche se gli analisti sembrano puntare unicamente sui Paesi asiatici, mentre non dovrebbero esservi cambiamenti in Europa e negli Stati Uniti. Qualche settimana fa, ad esempio, il gruppo ha avviato delle sperimentazioni sia in Cina che in Giappone, avvalendosi di rivenditori di terze parti. In ogni caso, il taglio dei listini non dovrebbe risultare particolarmente ampio, di conseguenza è difficile valutarne oggi il possibile impatto sulla distribuzione.