Tim Cook ha deciso di fare coming out, rivelando la sua omosessualità prima ai dipendenti e poi alla stampa. Una decisione che segue il grande impegno dell’azienda nella protezione dei diritti della comunità LGBT, arrivata dopo anni di pettegolezzi e indiscrezioni sull’orientamento sessuale del CEO. «Sono orgoglioso di essere gay», afferma, sebbene la decisione di dichiararsi non sia stata semplice.
In un intervento per Bloomberg, Cook ha spiegato di non aver mai nascosto la propria omosessualità ad amici e colleghi, sebbene abbia per lungo tempo preferito non parlarne apertamente sui media. Una scelta affatto legata al timore, quanto una strategia di protezione della propria privacy, per evitare che i media si concentrassero sul suo orientamento sessuale anziché sull’operato in Apple. Ma ora è giunto il momento, spiega, anche per rafforzare gli obiettivi dell’azienda in fatto di equità dentro e fuori al posto di lavoro.
Essere gay mi ha fornito la pelle del rinoceronte, un fatto comodo quando sei il CEO di Apple. Permettetemi di essere chiaro: sono orgoglioso di essere gay e considero la mia omosessualità uno dei migliori regali che Dio mi abbia fatto.
Il CEO spiega come i coming out di personaggi noti abbia fortemente aiutato l’opinione pubblica ad abbracciare le relazioni dello stesso sesso, pur rimanendo negli USA delle legge discriminatorie su cui Apple sta già lottando. Allo stesso modo, però, ritiene che la privacy rimanga fondamentale e, per questo, non si aprirà al gossip sulle sue eventuali relazioni sentimentali.
Essere gay mi ha permesso di capire più profondamente cosa significhi far parte di una minoranza, ha fornito una finestra sulle sfide che le persone in altre minoranze devono combattere ogni giorno. Mi ha reso più empatico, un fatto che mi ha condotto a una vita più ricca. È stato a volte difficile e scomodo, ma mi ha donato fiducia in me stesso, la fiducia nel seguire il mio percorso, per risollevarmi dalle avversità e dal bigottismo.
Le voci sull’omosessualità di Tim Cook si rincorrono sin dal 2011, quando le testate a stelle e strisce lo elessero come “il gay più potente della Silicon Valley”. Qualche mese fa, invece, un giornalista statunitense ha fatto outing involontario durante un approfondimento tecnologico.