Apple ha annunciato una radicale riorganizzazione delle responsabilità interne al top management del gruppo. La revisione è finalizzata a ridistribuire ruoli e compito con modalità più logiche, favorendo l’integrazione tra i vari comparti dell’azienda ed elargendo promozioni ad alcuni dei nomi più in vista del team di Cupertino (in particolare Jony Ive, Bob Mansfield, Eddy Cue e Craig Federighi). Nella notte trapelano però dettagli ulteriori sul rimescolamento effettuato ed alcuni movimenti si tingono di giallo.
Jony Ive estende i propri compiti assumendo sotto di sé la direzione del comparto Human Interface (HI), creando così un unicum tra interfacce di servizio e design dei prodotti. Eddy Cue prende in mano le sorti di Siri e di quei servizi mappali che tanto hanno fatto discutere in questa fase iniziale di abbandono dei servizi Google. Craig Federighi porterà avanti tanto lo sviluppo di iOS quanto lo sviluppo di OS X, favorendo così la convergenza e le complementarità tra le due anime software dell’azienda: «Apple ha i più avanzati sistemi operativi per il mobile e desktop, e questa mossa riunisce le squadre OS per facilitare ancora di più l’offerta in entrambe le piattaforme della migliore tecnologia e delle innovazioni sull’esperienza utente». Bob Mansfield avrà responsabilità sul nuovo gruppo “Tecnologie”, nel quale è incluso il team di sviluppo dei semiconduttori su cui l’azienda ripone grandi aspettative per gli anni a venire.
La riorganizzazione comprende l’addio di John Browett e Scott Forstall. I loro ruoli saranno sostituiti nel tempo, definendo una fase di ruoli ad interim in attesa di definire i nomi che subentreranno nelle relative funzioni pendenti. Quello di Forstall, però, sembra essere un vero e proprio caso: secondo quanto emerso, l’allontanamento sarebbe frutto delle frizioni emerse a seguito del flop registrato sul nuovo servizio mappale. Come noto, Tim Cook ha chiuso la parentesi con una lettera pubblica di scuse, lettera che lo stesso Forstall si è rifiutato di firmare e che pertanto ha portato infine la firma del CEO. La mancata firma sarebbe stata però soltanto la goccia che ha fatto traboccare il vaso, un vaso già colmo da tempo: Forstall ed altri top manager erano su posizioni divergenti ormai da tempo e quello che sembrava essere un vecchio “protetto” di Steve Jobs era rimasto isolato dagli altri membri fino all’ostracismo. Tim Cook, quindi, non ha fatto altro che tirare le somme: Forstall fuori dai giochi, team compattato, responsabilità redistribuite.
Il CEO Tim Cook, nel presentare con un comunicato ufficiale il cambio dei quadri aziendali, sottolinea come il tutto avvenga in un momento di grande creatività per il gruppo e di grande fermento dal punto di vista dei prodotti: il 2012 è stato un anno estremamente proficuo sotto questo punto di vista e la strada che sta portando l’azienda sempre più strettamente sotto la guida dell’erede di Jobs passa anche per una conferma del gruppo che ha reso la Apple quel che è oggi.
Siamo in uno dei periodi più prolifici di innovazione e nuovi prodotti nella storia di Apple. I prodotti incredibili che abbiamo introdotto nel mese di settembre e ottobre, iPhone 5, iOS 6, iPad mini, iPad, iMac, MacBook Pro, iPod touch, iPod nano e molte delle nostre applicazioni, non potevano che essere creati in Apple ed essere il risultato diretto della nostro continuo impegno verso la stretta integrazione fra hardware, software e servizi.