Tim Cook è il manager più pagato delle aziende statunitensi, secondo la classifica stilata dal Wall Street Journal. Il successore di Steve Jobs alla guida di Apple ha visto il proprio patrimonio aumentare complessivamente di 377,98 milioni di dollari nel corso del 2011, dei quali 376 milioni sono costituiti da azioni vincolate, 900.000 dal salario previsto e altrettanti da bonus e incentivi.
Nella Top 20, riportata integralmente di seguito, dietro al numero uno di Cupertino si trova un altro CEO operante nell’ambito tecnologico, Lawrence Ellison di Oracle con 76,01 milioni di dollari. Restando in questo settore, seguono Sanjay Jha (Motorola Mobility, 46,59 milioni) al quinto posto, Gregory Brown (Motorola Solutions, 32,06 milioni) all’ottavo, Samuel Palmisano (IBM, 22,60 milioni) al diciottesimo e Lowell McAdam (Verizon, 22,51 milioni) al diciannovesimo.
- Tim Cook (Apple): 377,98 milioni di dollari;
- Lawrence Ellison (Oracle): 76,01 milioni di dollari;
- Leslie Moonves (CBS): 69,31 milioni di dollari;
- Ronald B. Johnson (J.C.Penney): 53,26 milioni di dollari;
- Sanjay Jha (Motorola Mobility): 46,59 milioni di dollari;
- Vikram Pandit (Citigroup): 42,98 milioni di dollari;
- Philippe Dauman (Viacom): 42,81 milioni di dollari;
- Gregory Brown (Motorola Solutions): 32,06 milioni di dollari;
- Robert Iger (Walt Disney): 30,40 milioni di dollari;
- Alan Mullaly (Ford Motor): 28,88 milioni di dollari;
- John Hammergren (McKesson): 28,57 milioni di dollari;
- Jeffrey Bewkes (Time Warner): 25,58 milioni di dollari;
- Rupert Murdoch (News Corp): 25,07 milioni di dollari;
- Rex Tillerson (Exxon Mobil): 24,64 milioni di dollari;
- Clarence Cazalot Jr (Marathon Oil): 24,26 milioni di dollari;
- Kenneth Chenault (American Express): 23,99 milioni di dollari;
- Jamie Dimon (JPMorgan): 22,91 milioni di dollari;
- Samuel Palmisano (IBM): 22,60 milioni di dollari;
- Lowell McAdam (Verizon): 22,51 milioni di dollari;
- Louis Chenevert (United Technologies): 21,17 milioni di dollari.
Anche in un periodo non di certo tra i migliori per l’economia mondiale, dunque, le grandi società d’oltreoceano sembrano non risparmiare sui compensi dei propri dirigenti. In particolare, sembrano essere i benefit assicurati in caso di buoni risultati a garantire incassi da capogiro ai CEO americani. Nel caso di Tim Cook, in particolare, l’enorme distacco che lo separa dalla seconda posizione della classifica è dovuto, come già citato in apertura, al valore delle azioni Apple acquisite.