Tim Cook decide di seguire la linea del suo predecessore Steve Jobs, allontanando l’ipotesi di una possibile convergenza futura tra iOS e OS X con un prodotto apposito, come un tablet che si trasforma all’occorrenza in laptop o in netbook. Come è noto, Apple non ha mai amato l’avvento dei netbook – computer considerati poco degni del loro nome – e non ha mai apprezzato alcuni ibridi del mondo Android, come il Transformer Prime di Asus.
L’occasione per questa dichiarazione è sempre il recente appuntamento con l’annuncio dei dati del secondo quarto fiscale del 2012, quando Cook – partendo dall’esempio di Windows 8 che sarà presente sia su tablet che su desktop – ha lasciato intendere come questa convergenza si configuri come il matrimonio tra un frigorifero e un tostapane.
Lo sviluppo tecnologico, infatti, impone sempre dei trade-off: utilizzare lo stesso sistema operativo per tablet e desktop significa rinunciare all’autonomia, alla mobilità, alle elevate prestazioni:
«Penso che qualsiasi cosa possa essere forzata a convergere. Ma il problema è che i prodotti richiedono dei trade-off, e si comincia a operare delle scelte finché quel che ti rimane non è più in grado di soddisfare l’utenza. Puoi far convergere un tostapane e un frigorifero, ma questo prodotto probabilmente non sarà in grado di soddisfare l’utente.»
Per quanto riguarda l’unificazione di iPad e MacBook Air, l’attuale iCEO ha quindi ribadito il più secco rifiuto:
«Non si vorrebbe combinare questi due prodotti, perché si finirebbe nel comprometterli entrambi senza nemmeno soddisfare l’utente. Alcune persone, semplicemente, preferiscono possedere entrambi, ed è fantastico. Ma il compromesso per la convergenza non è la nostra strada.»
Lo stesso vale anche per un Mac touchscreen, come il vociferato iMac Touchscreen recentemente apparso in un brevetto. Troppo scomodo, “ergonomicamente terribile”.