Apple sta per compiere quella mossa che la borsa da tempo auspica: non è dato sapere si tratti di iWatch, di una iTV oppure di un altro misterioso device, ma è Tim Cook stesso a confermarlo. Apple è pronta a innovare e rivoluzionare il mercato, di nuovo, così come ha fatto con iPhone e iPad.
L’importante dichiarazione arriva da un’intervista che Tim Cook ha deciso di rilasciare per il Wall Street Journal, dove si è leggermente aperto sul futuro di Apple, senza però svelare troppo così come da tradizione per l’azienda.
«Ci saranno nuove categorie. Non siamo ancora pronti per parlarne, ma stiamo lavorando su prodotti davvero ottimi.»
Il CEO di Cupertino non apre nemmeno uno spiraglio per poter ipotizzare quale sia la “big next thing” targata mela morsicata, ma spiega come il consumatore comune potrebbe “ragionevolmente” considerarla come una nuova categoria di prodotto. Il tutto sta a capire cosa significhi quel “ragionevolmente”, ovvero se si tratti di un device mai visto prima sul mercato o, più probabilmente, di una rivoluzione in salsa mela di uno già esistente, come gli smartwatch.
Allo stesso tempo, Cook si rivela fiducioso di poter allargare il market share di Apple anche puntando sui prodotti già esistenti, come ad esempio l’universo degli smartphone, che rimane il focus dell’azienda. E sebbene non commenti il fallimento di iPhone 5C e la necessità di resuscitare iPhone 4 nei mercati emergenti dell’Asia, pare proprio che nel corso del 2014 vi saranno novità anche in questo settore. Facile ipotizzare, ovviamente, come questa rivoluzione prenderà il nome di “zaffiro“, così come le indiscrezioni delle ultime settimane hanno lasciato ben intendere. È pronta l’era degli iPhone che non si graffiano mai?
Infine una stoccata proprio a Wall Street, troppo vorace di numeri e non di qualità, fattore quest’ultimo su cui Apple investe tutte le proprie energie:
«Voglio solo dire che il nostro obiettivo è realizzare grandi prodotti, dobbiamo farlo. Se non riusciamo, non ci forzeremo a raggiungere una soglia di prezzo che ci obbligherebbe a produrre dispositivi di cui non siamo orgogliosi, perderemmo chi siamo così facendo. Non lo faremo.»